Covid, bambini più protetti: ecco perché 

Covid, bambini più protetti: ecco perché

Afp

Pubblicato il: 22/09/2020 12:09

Uno ‘scudo’ anti-Covid su misura per i più piccoli. A ‘fotografarlo’ è il primo studio che confronta le risposte immunitarie di adulti e bambini malati: l’indagine ha rilevato delle differenze chiave, che possono contribuire a spiegare perché i bambini di solito hanno una malattia più lieve rispetto agli adulti. I risultati hanno anche importanti implicazioni per vaccini e farmaci in fase di sviluppo per frenare la pandemia. Il lavoro è stato pubblicato su ‘Science Translational Medicine’ dai medici dell’Albert Einstein College of Medicine, dell’ospedale pediatrico di Montefiore e della Yale University (Usa).

Lo studio ha coinvolto 60 pazienti adulti e 65 pediatrici con Covid-19, ricoverati tra il 13 marzo e il 17 maggio scorso; 20 dei pazienti pediatrici manifestavano la nuova sindrome infiammatoria multisistemica (Mic-C). Il sangue dei pazienti è stato testato ‘a caccia’ della presenza di diversi tipi di cellule immunitarie, risposte anticorpali e proteine ​​infiammatorie (citochine), prodotte dalle cellule immunitarie. Ebbene, i bambini con Covid-19 hanno avuto un decorso significativamente migliore degli adulti. Ventidue adulti (37%) hanno richiesto la ventilazione meccanica rispetto a solo 5 (8%) pazienti pediatrici. Inoltre, 17 adulti (28%) sono morti in ospedale rispetto a due (3%) pazienti pediatrici. Non si sono verificati decessi tra i pazienti pediatrici con Mis-C.

“I nostri risultati suggeriscono che i bambini con Covid-19 reagiscono meglio degli adulti perché la loro immunità innata è più forte e li protegge contro Sars-CoV-2, che causa la malattia”, spiega Betsy Herold, dell’Albert Einstein College of Medicine Einstein, coautrice senior dello studio insieme a Kevan C. Herold della Yale School of Medicine.

Le persone hanno due tipi di immunità: innata e adattiva. L’immunità innata, in cui le cellule immunitarie rispondono rapidamente agli agenti patogeni invasori di ogni tipo, è più robusta durante l’infanzia. L’immunità adattativa, d’altra parte, è più specifica e presenta anticorpi e cellule immunitarie che prendono di mira virus specifici o altri microbi.

Rispetto ai pazienti adulti, i bambini coinvolti nello studio possedevano livelli significativamente più alti di alcune citochine associate alla risposta immunitaria innata. Ciò suggerisce che una risposta innata più robusta protegga i giovanissimi dallo sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto, segno distintivo dei casi di Covid gravi e spesso fatali. Una citochina in particolare, nota come IL-17A, è stata trovata a livelli molto più elevati nei pazienti pediatrici rispetto agli adulti. “Gli alti livelli di IL-17A che abbiamo riscontrato nei pazienti pediatrici possono essere importanti per proteggerli dalla progressione di Covid-19”, afferma Kevan C. Herold.

Inoltre, secondo i ricercatori, “i pazienti adulti rispondono all’infezione da coronavirus con una risposta immunitaria adattativa troppo vigorosa, che può promuovere l’infiammazione”. I risultati hanno importanti implicazioni per le terapie e i vaccini contro Covid-19. “I nostri pazienti adulti che sono andati male avevano alti livelli di anticorpi neutralizzanti, questo suggerisce che il plasma convalescente – che è ricco di anticorpi neutralizzanti – potrebbe non aiutare gli adulti che hanno già sviluppato segni di sindrome di distress respiratorio acuto”, evidenzia Betsy Herold. “Al contrario, le terapie che aumentano le risposte immunitarie innate nelle prime fasi della malattia possono essere particolarmente utili”.