Nardella: ‘Non dobbiamo sprecare la lezione del coronavirus’ 

Nardella: 'Non dobbiamo sprecare la lezione del coronavirus'

Pubblicato il: 25/09/2020 12:58

“Il passato recente e frenetico del mondo pre-crisi ha subito una drammatica battuta d’arresto. Il Covid-19 ci ha fatto capire che il futuro è possibile solo guardando davanti a noi, imparando dagli errori del passato perché, come è stato detto, peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla”. Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, aprendo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la seconda edizione del Festival nazionale dell’economia civile, promosso da Federcasse, Confcooperative, Next e Scuola di Economia civile (Sec).

“Oggi l’Italia e il mondo stanno vivendo quasi una sorta di dopoguerra, per questo abbiamo l’opportunità irripetibile di fare tesoro di ciò che stiamo apprendendo – ha sottolineato Nardella – Come? Tenendo insieme il buono del ‘prima’ e del ‘dopo pandemia’, offrendo una visione, come si legge nella Carta di Firenze, che dia fiducia e stimoli tutti a dare il meglio di sé. Non si esce, infatti, da una crisi di questa portata con semplici aggiustamenti di natura tecnica o con provvedimenti legislativi, pure necessari, ma affrontando quelle domande di senso che ci arrivano dalle persone e dai territori. Tornando a costruire una comunità di pensiero parlando di rinascita e non solo di ripartenza”.

“Oggi per noi sindaci la qualità degli spazi, del verde pubblico, dei servizi, del tempo libero e della socialità rappresentano un’istanza sempre più sentita dai cittadini. È tra le grandi questioni che animano il dibattito sulle città del Terzo millennio”, ha spiegato Nardella.

Proprio l’epidemia, ha evidenziato Nardella, “ha dimostrato che le città sono ormai sempre di più lo snodo sociale ed economico delle nostre vite, e lo saranno ancora di più, ma ha anche messo a nudo la fragilità delle nostre città, densamente abitate, divenute strumento di contagio. Le grandi megalopoli del mondo sono in ginocchio, sembrano fragili, isolate, senza prospettiva. Il motivo per cui donne e uomini di tutto il mondo hanno scelto di vivere nelle città, ovvero trovare lavoro, luoghi di socialità e di cultura, sembra crollare di fronte al rischio del contagio. Qualcuno comincia a chiedersi: Che senso ha oggi continuare a scegliere di vivere in queste grandi città?’ New York, Londra, Parigi, Milano, le grandi città del mondo sembrano davvero di fronte a un bivio”.

La città va intesa prima di tutto come una comunità vivente, in continua trasformazione, con un’anima – ha argomentato Nardella – È nelle città che si manifestano in tutta la loro forza i problemi. È qui che i nodi della globalizzazione vengono al pettine: il cambiamento climatico, la transizione energetica, le grandi questioni dell’integrazione sociale trovano un punto critico di esplosione nelle città, ma è sempre nelle città che trovano, allo stesso tempo, dei modelli, delle soluzioni, delle proposte per superare gli stessi problemi”.

Secondo il sindaco, “la Carta di Firenze possa davvero essere assunta come carta delle città di oggi e di domani, come carta delle città europee prima di tutto. E giustamente si è fatto un accostamento con la grande svolta di questa Europa, che è stata messa a dura prova dalla pandemia, e che è riuscita a trovare la forza, l’energia e la visione di proporre un nuovo modello di solidarietà tra popoli e tra istituzioni”.

Il Next Generation Eu, ha sostenuto Nardella, è “il frutto di questo straordinario gesto di coraggio e di visione e non a caso le risorse di queste fondi, di cui stiamo parlando tutti noi, politici amministratori, economisti, sono strettamente intrecciate con una nuova visione basata su un’economia sostenibile, civile“.

Le città possono essere il luogo nel quale queste risorse si trasformano in progetti concreti i cui frutti vengono raccolti in tempi brevi dalle nostre comunità. Per questo è necessaria un’alleanza istituzionale che vada dal livello europeo a quello dei territori locali, guardando come recita il titolo di questo fondo alle nuove generazioni. Non a caso la vita delle nuove generazioni ha subito una epocale trasformazione”, ha affermato il primo cittadino di Firenze.

“Dobbiamo trasformare i nostri Paesi e le città da problema, da motore di insostenibilità ambientale e sociale, in soluzione. È nelle città del mondo che si produce l’80% di anidride carbonica, l’80% di rifiuti e si consuma l’80% di energia. Ed è qui, dunque, che dobbiamo ricostruire il nuovo modello di sviluppo sostenibile. È fondamentale cambiare la mobilità urbana, i modelli di produzione, cambiare il modo con cui consumiamo l’energia e utilizziamo le fonti energetiche – ha aggiunto Nardella – Le nostre città hanno bisogno davvero di questa nuova e buona politica basata sui beni comuni, tra i quali i più importanti sono l’ambiente e le relazioni, e modi nuovi per proteggere l’uno o l’altro sono del tutto simili. Per migliorare la relazione che abbiamo con l’ambiente dobbiamo migliorare quelle che abbiamo tra di noi”.