Fantacalcio, chi vince deve pagare le tasse? 

Fantacalcio, chi vince deve pagare le tasse?

(Afp)

Pubblicato il: 28/09/2020 11:19

Acquistare giocatori, creare formazioni ed elaborare strategie per le proprie squadre di calcio create su misura. Il Fantacalcio per molti italiani è uno svago, una passione coinvolgente che unisce l’amore per il calcio con il divertimento del gioco. Arrivare primi in classifica con la propria fantasquadra, raggiungendo il “fantascudetto”, è un bel risultato e talvolta c’è anche un premio, previsto per dare sale al gioco e un riconoscimento tangibile. Può trattarsi di una somma in denaro, piccola o grande, oppure di beni commerciali, come smartphone o viaggi. Ma cosa succede se vinci un premio in denaro o in natura? Costituisce reddito? C’è una trattenuta sulle vincite o bisogna dichiararle? Insomma, il Fantacalcio va tassato? A fornire le risposte è la leggepertutti.it, fornendo un’ampia panoramica su questo gioco.

Il Fantacalcio non è disciplinato dalla legge e che non c’è un regolamento ufficiale di gioco. Quindi una posta in palio è marginale e si può giocare benissimo senza vincite. Anzi, il Fantacalcio è un gioco completo e “perfetto” anche senza premi. E gli esperti del gioco ed i migliori organizzatori suggeriscono che prevedere premi in denaro potrebbe creare tensioni tra i partecipanti e rovinare l’atmosfera dei fantacampionati. Nonostante ciò, alcuni organizzatori, specialmente su internet, offrono in vincita soldi o premi vari ai partecipanti, come smartphone, tablet o altri prodotti. Questo avviene specialmente a fine campionato, come gratificazione per le attività svolte durante la stagione.

Quale tassazione sui premi – Di solito al Fantacalcio organizzato in ambienti ristretti si gioca una pizza, una cena o una bevuta tra amici; al massimo i partecipanti all’inizio versano una quota di poche decine di euro che crea un piccolo montepremi da assegnare ai vincitori (ad esempio 8 partecipanti versano 50 euro a testa stabilendo che il primo classificato otterrà l’intera somma). Perciò alla fine del campionato non ci saranno certo grossi guadagni di qualcuno a discapito degli altri e il guadagno ottenuto sarà innocuo o comunque trascurabile. Quindi se con il Fantacalcio giochi in questo modo non ti devi preoccupare, non ci saranno tasse da pagare perché le pizze o le birre tra amici sono proventi occasionali e di piccolissima entità non fanno parte di un gioco lucrativo e non costituiscono reddito imponibile ai fini fiscali.

Il discorso però cambia se i premi sono in denaro e specialmente quando gli importi si fanno più consistenti e ti vengono accreditati dall’organizzatore virtuale con bonifico bancario, su carta di credito o mediante Paypal. Una somma di qualche centinaio o migliaio di euro difficilmente sfuggirebbe agli occhi del Fisco e dovrai indicarla nella dichiarazione dei redditi, pagando le imposte previste in base alla tua aliquota Irpef.

La legge stabilisce infatti che i premi e le vincite, in generale, appartengono alla categoria dei “redditi diversi“. In questo calderone rientrano le vincite ottenute alle lotterie o nei concorsi a premio, quelle dei giochi e delle scommesse “organizzati per il pubblico”, i premi “derivanti da prove di abilità o dalla sorte” e quelli attribuiti “in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali”, come un premio letterario o di musica o pittura.

In tutti questi casi, i premi e le vincite costituiscono reddito (quelli diversi dal denaro andranno calcolati nel loro equivalente valore monetario) e vanno assoggettati ad imposta nell’anno della loro percezione, per l’intero importo e senza deduzioni. Finiranno, cioè, nell’insieme dei tuoi redditi imponibili Irpef e saranno tassati normalmente e pienamente, in base all’aliquota prevista per lo scaglione in cui rientri.

Ma quando superano 25,82 euro i premi devono essere assoggettati ad una ritenuta alla fonte applicata dall’organizzatore (se è una società o comunque esercita un’impresa commerciale organizzata) con aliquote diverse a seconda del tipo di gioco: il prelievo è del 10% nel caso di lotterie, tombole o pesche di beneficenza e arriva al 25% in altri casi (lotto e lotterie nazionali, come tutti i concorsi a pronostici organizzati dallo Stato, ad esempio i “gratta e vinci”, hanno regole speciali che prevedono un’ulteriore “tassa sulle vincite”).

Il Fantacalcio potrebbe rientrare nella voce della tabella fiscale che stabilisce una ritenuta del 20% sui premi dei giochi “svolti in occasione di spettacoli radio-televisivi, competizioni sportive o manifestazioni di qualsiasi altro genere nei quali i partecipanti si sottopongono a prove basate sull’abilità o sull’alea o su entrambe” perché trae occasione dallo sport del calcio e il meccanismo è basato in parte sulle capacità del giocatore e in parte sulla fortuna.

Ma il Fantacalcio giocato con le regole “pulite” cui abbiamo accennato, e che vengono applicate nella quasi totalità dei casi, non è considerato un gioco d’azzardo perché il rischio non ha un ruolo preponderante e conta, invece, soprattutto la capacità e la bravura del partecipante che agisce come un “fanta allenatore” nel selezionare la squadra.

Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i giochi di sorte effettuati in ambito “strettamente familiare e privato” – intendendosi per tali quelli “svolti in abitazioni private e nel corso di riunioni familiari o di amici” ed anche quelli “realizzati all’interno di circoli privati, con riserva di partecipazione ai soli soci” sono liberi e non subordinati ad alcuna autorizzazione dell’Amministrazione finanziaria e non sono assoggettabili a ritenuta alla fonte.

Perciò giocando tra amici o comunque in un ambito ristretto non ci sarà nessun soggetto che agisce in qualità di sostituto d’imposta e quindi non sarà operata alcuna ritenuta alla fonte sulle eventuali vincite monetarie, fermo restando che i proventi ottenuti rientrano comunque tra i “redditi diversi” e non è prevista un’esenzione dall’obbligo di dichiararli neppure quando sono occasionali e di piccolo importo.

Se invece si gioca attraverso un operatore professionale – e il gestore di un sito internet con offerte di iscrizione aperte al pubblico è considerato tale – questi in caso di erogazione di premi è obbligato ad applicare la ritenuta, che agisce a titolo d’imposta, perciò il vincitore ottiene il netto, che non è ulteriormente tassato e non dovrà essere indicato nella dichiarazione dei redditi.

Altrimenti, cioè se non rientri nell’ipotesi del gioco amatoriale tra amici ed in quello esercitato da soggetti che agiscono in qualità di sostituti d’imposta operando la ritenuta, se vinci al Fantacalcio – ad esempio giocando attraverso un forum organizzato su internet – dovrai indicare in dichiarazione, tra i redditi diversi (nel quadro RL del modello Unico per le persone fisiche) l’intero ammontare che hai percepito nel corso dell’anno.

Infine tieni presente che se il Fantacalcio dovesse sganciarsi dalle sue regole tipiche e diventare un’attività di scommessa, magari giocata in bische clandestine, sarebbe illegale, perché sarebbe considerato gioco d’azzardo, cioè una forma non libera ma riservata allo Stato tramite i soggetti autorizzati, come avviene per i casinò. La fantasia non ha limiti e si stanno affacciando sul mercato dei siti sul modello “bet” che consentono addirittura di puntare, e dunque di scommettere, su determinate squadre di Fantacalcio. Qui evidentemente lo spirito del gioco scompare e diventa come assistere ad una corsa di cavalli puntando sul più promettente.