Allarme dai satelliti, ghiacciai in Antartide stanno crollando 

Allarme dai satelliti, ghiacciai in Antartide stanno crollando

(Foto ESA)

Pubblicato il: 29/09/2020 12:56

(di Andreana d’Aquino)

Peggiorano le fratture individuate in due dei ghiacciai più importanti dell’Antartide. Le immagini satellitari hanno rivelato che due dei ghiacciai in più rapida evoluzione in Antartide si stanno fratturando e indebolendo più velocemente che mai, “il primo passo verso la disintegrazione di questi colossi di ghiaccio e dell’innalzamento del livello del mare” scandisce l’Agenzia Spaziale Europea che ha diffuso le immagini ed i dati dell’osservazioni dei satelliti dell’Esa, della Nasa e dell’Usg. I ricercatori hanno esplorato i ghiacciai Pine Island e Thwaites nell’Amundsen Sea Embayment: due dei ghiacciai più dinamici del continente antartico e responsabili di un sostanziale 5% dell’innalzamento del livello del mare globale. Insieme, i due ghiacciai formano un’area di ghiaccio fluente delle dimensioni della Norvegia e contengono abbastanza acqua per aumentare il livello globale del mare di oltre un metro, rimarca l’Esa.

In un post sul suo sito ufficiale, l’Esa rileva che entrambi i ghiacciai dell’Antartide “hanno cambiato nettamente la morfologia negli ultimi decenni insieme al cambiamento delle condizioni atmosferiche e oceaniche, con il riscaldamento degli oceani che ha causato lo scioglimento, l’assottigliamento e il ritiro delle piattaforme di ghiaccio”. Gli esperti dell’Agenzia Spaziale Europea evidenziano che “prevedere come si evolveranno nei prossimi anni questi ghiacciai vitali è fondamentale per comprendere il futuro dei nostri mari e del nostro pianeta in via di riscaldamento”, ma che queste previsioni “sono ancora incerte, a causa di modelli computerizzati incapaci di tenere pienamente conto dei processi e delle proprietà dei ghiacciai nelle loro proiezioni”.

“Per rivelare cosa stia realmente accadendo a Pine Island e Thwaites, abbiamo analizzato i dati di imaging da una serie di satelliti diversi” riferisce Stef Lhermitte della Delft University of Technology nei Paesi Bassi, e autrice principale del nuovo studio. “Abbiamo riscontrato danni strutturali ai ‘margini di taglio’ delle piattaforme di ghiaccio dei ghiacciai, dove il ghiaccio passa da veloce a lento: grandi crepacci, spaccature e fratture aperte che indicano che le piattaforme di ghiaccio si stanno lentamente lacerando” spiega Lhermitte. “Attualmente, le piattaforme di ghiaccio sono un po come ‘un’auto lenta’ nel traffico: costringono qualsiasi cosa dietro di loro a rallentare. Una volta rimosse, il ghiaccio che si trova più all’interno accelererà, il che a sua volta farà salire il livello del mare ancora più velocemente”, aggiunge lo studioso.

Crepacci simili non erano mai stati visti nelle immagini dal 1997 e il danno è apparso molto meno diffuso nelle immagini del 2016, a dimostrazione che il deterioramento è accelerato negli ultimi due decenni ed è peggiorato significativamente negli ultimi anni. Lhermitte e colleghi hanno monitorato lo sviluppo delle aree danneggiate dal 1997 al 2019, come l’elevazione del ghiacciaio e della piattaforma di ghiaccio è cambiata in questo periodo e la velocità del ghiaccio in movimento utilizzando i dati della missione Earth Explorer CryoSat dell’Esa, la missione Copernicus Sentinel-1, il programma Landsat di Nasa e Usgs e lo strumento giapponese Aster a bordo del satellite Terra della Nasa. Gli scienziati hanno quindi realizzato un modello del potenziale impatto dei margini di taglio danneggiati, con risultati preoccupanti.