Borsa, Basilico (Samhita): “Bolla sul comparto tech, preoccupante peso settore su listini” 

Borsa, Basilico (Samhita): Bolla sul comparto tech, preoccupante peso settore su listini

Paolo Basilico, fondatore della holding di investimenti Samhita Investments

Pubblicato il: 02/10/2020 13:14

C’è una bolla sui titoli del settore tecnologico quotati sulla piazza finanziaria statunitense. Ed è pronta a scoppiare. Trascinando al ribasso i listini che ha contribuito a gonfiare. L’unica incognita della bolla è quando scoppierà, lasciando bruciati gli investitori che non saranno abbastanza rapidi da uscire dal mercato. Ma uno storno dei listini, potenzialmente anche superiore al 20%, potrebbe essere auspicabile e salutare, visto che l’azionario sale da dieci anni, drogato dagli interventi delle Banche centrali. E’ lo scenario delineato da Paolo Basilico, fondatore della holding di investimenti Samhita Investments. Basilico dopo aver lavorato, fra le altre, in Mediobanca e in Giubergia Warburg Sim, nel 1989 ha fondato il gruppo Kairos, diventato una delle principali società di gestione del risparmio sul mercato italiano. Nell’aprile 2019 ha lasciato il gruppo, fondando Samhita Investments, ed è anche presidente della Fondazione Oliver Twist Onlus, organizzazione per la promozione di interventi a favore di bambini e giovani in difficoltà.

“Sì”, spiega Basilico intervistato dall’Adnkronos, la bolla sul comparto tecnologico statunitense c’è e “alcuni fenomeni a cui stiamo assistendo mi ricordano incredibilmente il 1998-99 con la bolla dei titoli dot-com”. In più questa volta “c’è una concentrazione non solo settoriale ma anche di titoli, visto che i primi sei ‘cubano’ per oltre il 22% del listino americano. Una cosa mai vista prima e francamente preoccupante”. Il problema delle bolle finanziarie è che non sono difficili da identificare, ma è impossibile stimarne la durata. E chi esce troppo presto rischia di veder sfumare guadagni potenzialmente consistenti. La bolla attuale, continua Basilico, è “una combinazione di liquidità immessa dalle Banche centrali e aspettative di crescita del mondo digitale, accelerate dalla pandemia. Nessuna delle due durerà per sempre. Sappiamo quindi come finirà, ma non quando finirà”.

Una situazione, quella attuale, figlia di condizioni inaspettate. “Tutto quello che è successo nel 2020 appartiene alla sfera dello straordinario”, iniziato con la diffusione della pandemia di coronavirus, il lockdown che ha bloccato l’economia e uno dei crolli più violenti dei mercati. Seguiti, sottolinea Basilico, da un intervento delle Banche centrali, “veemente e fortunatamente immediato”, che però “ha artificiosamente fatto risalire le quotazioni, portandole ben oltre quello che sarebbe stato lecito attendersi in base alla situazione economica”, con il Pil statunitense che nel 2020 dovrebbe calare del 3,7% e dell’8% nell’Eurozona.

E in queste settimane la tensione sui mercati è elevata, come lo è la volatilità. “Sebbene gli investitori siano tornati a pagare valutazioni come se il Covid non esistesse, in realtà sanno benissimo che la situazione è molto difficile e che senza il supporto delle politiche monetarie e fiscali ci sarebbe un nuovo crollo, perfino più pesante di quello di marzo”, spiega Basilico. Gli investitori vivono in un “costante senso di allerta” e la convinzione a rimanere sul mercato azionario è “debole e fragile”, condizioni che creano brusche correzioni. Al contrario è “forte la consapevolezza che le valutazioni di molti titoli, in particolare nel settore della tecnologia, non abbiano legami con la redditività delle aziende. Si chiama bolla, e non è la prima volta che la viviamo”.

Vista la situazione, i mercati potrebbero subire un crollo drammatico, “anche più di un 20%”. Ma che, forse, “sarebbe una correzione per certi aspetti anche auspicabile, almeno in America e in alcuni settori di mercato”, per riportare i prezzi a valori più corrispondenti alla realtà. Ma se ci sono comparti che viaggiano a prezzi gonfiati, per il fondatore di Samhita Investments “ci sono molti settori e titoli a prezzi da saldo, totalmente fuori dal radar del mercato. Parlo del settore finanziario, del retail, dell’immobiliare commerciale, dell’energia tradizionale, perfino delle utilities. In questo campo è possibile trovare dei buoni affari”.

A soffiare sul fuoco delle tensioni ci sono, nel breve termine, le elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 3 novembre, che saranno “il primo vero test sulla tenuta dei mercati e della sostenibilità di questo trend rialzista”, con il presidente Donald Trump, ora risultato positivo al Cronavirus, che ripete che non potrà garantire una pacifica transizione del potere in caso di elezione dello sfidante Joe Biden. Uno scenario, dice Basilico, “sinceramente terrificante, non solo per gli investitori ma per tutti i cittadini che credono al modello della democrazia e che continuano a vedere negli Stati Uniti un faro, una guida per il mondo”.

In una situazione normale, continua Basilico, con le Borse che anticipano quello che è previsto accadere nei mesi successivi, “avremmo già dovuto vedere debolezza e vuoti d’aria sui mercati. Non è successo perché le aspettative di un ulteriore intervento di sostegno sono forti e, per il momento, prevalgono sui timori politici”. In ogni caso, avverte, “non è detto che questa calma possa tenere in caso di contestazioni sul voto. È bene quindi essere molto prudenti nelle prossime settimane”.

I mercati intanto si sono abituati alle misure di sostegno delle Banche centrali. Gli interventi a supporto dell’occupazione e delle aziende o famiglie indebitate, sottolinea Basilico, “hanno un’altra faccia della medaglia: quella della repressione finanziaria. I rendimenti dei titoli di Stato, quelli cosiddetti privi di rischio, sono stati azzerati o addirittura spinti in territorio negativo”, con l’obiettivo di “combattere la tendenza al risparmio e di favorire le attività produttive e il capitale di rischio”.

Ed ora, con i mercati assuefatti, è difficile ora tornare indietro. A meno di rischiare pesanti crolli e ripercussioni sull’economia reale. “Devo dire che non vorrei essere davvero nei panni di un banchiere centrale oggi”, scherza Basilico. “Da un lato è chiamato a sostenere l’occupazione e l’economia attraverso misure mai utilizzate prima e che possiamo definire, con un termine medico, sperimentali”. Dall’altro lato “deve impedire che questi aiuti diventino assistenzialismo, che gli interventi provvisori ed emergenziali diventino permanenti. Un sentiero davvero strettissimo”. (di Marco Barboni)