Non solo Covid, governo in Aula su rischio epidemia ricci di mare 

Non solo Covid, governo in Aula su rischio epidemia ricci di mare

(Fotogramma)

Pubblicato il: 02/10/2020 19:01

In tempi di epidemie, anche i ricci piangono. Lo si è capito dalla seduta di Montecitorio dedicata oggi alle interpellanze e interrogazioni. Come spesso capita, si tratta di documenti di sindacato ispettivo presentati mesi addietro e ai quali la risposta dell’esecutivo arriva, magari tardi, ma arriva.

La prima della serie, a cui ha risposto il sottosegretario per le Politiche agricole Giuseppe L’Abbate, è stata dedicata al “Paracentrotus lividus”. La deputata M5S Paola Deiana, infatti, ha posto la questione delle iniziative volte a tutelare questa particolare specie di riccio di mare. Tema ‘animalista’ e ‘ecologico’, forse poco ‘à la page’ sullo sfondo delle complicazioni pandemiche da Coronavirus.

Eppure, anche i ricci sembrano vivere il loro stato di emergenza, si è capito. Infatti, dopo aver esposto la pressione cui è sottoposta la popolazione dei ricci di mare anche a causa del successo riscosso illegalmente in alcuni ristoranti dalla loro prelibata polpa, Deiana, ha apprezzato la rassicurazione del sottosegretario circa il fatto che “il rispetto delle vigenti norme in materia di pesca marittima, inclusi i divieti relativi al riccio di mare, è oggetto di continua attenzione da parte di tutti gli organismi di controllo nazionali competenti”.

Ma è andata oltre: il problema vero “sta nella diversità genetica, perché qualora rimangano pochi superstiti” dì esemplari di “Paracentrotus lividus” succede, ha ammonito Deiana in aula, che “la variabilità genetica inizia a essere talmente ridotta che in caso di una possibile epidemia (che è successa, peraltro, in Sardegna, dove ci sono stati dei casi di morie del riccio), questo può portare” a conseguenze estreme per la specie perché, “avendo meno variabilità genetica, questo comporta ovviamente una risposta che potrebbe essere anche assolutamente ridotta, tale da portare all’estinzione la specie”.

Un evento infausto e definitivo che il governo sembra deciso a scongiurare, se è vero, come ha spiegato il sottosegretario L’Abbate, che nelle aree marine protette dove la pesca dei ricci di mare è consentita “a tutela della specie viene costantemente monitorata ai fini della valutazione dell’efficacia delle misure messe in atto per la sua conservazione”.

E in aggiunta l’esecutivo “è impegnato ad individuare ogni proposta utile a garantire la tutela dell’ecosistema marino e, in particolare, della specie evidenziata, anche valutando la possibilità di predisporre progetti sperimentali di ripopolamento ed iniziative atte a consentire la pianificazione di scelte gestionali fondate su un quadro completo di evidenze scientifiche”. L’estinzione della specie, insomma, sarebbe da escludere.