“Virus in atmosfera, bene mascherine all’aperto” 

Virus in atmosfera, bene mascherine all'aperto

Fotogramma /Ipa

Pubblicato il: 08/10/2020 12:59

“Plaudiamo alla scelta del Governo di rendere obbligatorio l’utilizzo delle mascherine anche all’aperto, in concomitanza con le misure di limitazione al traffico per tutelare la qualità dell’aria che sono entrate in vigore dal 1 ottobre in molte città italiane. Vi è, infatti, un crescente consenso sulla possibilità che il contagio avvenga attraverso la respirazione del virus che viaggia in atmosfera aperta, in ragione di particolari condizioni di stabilità atmosferica, come sosteniamo da 8 mesi attraverso i nostri studi e quelli prodotti dalla comunità scientifica di riferimento”. Lo sottolinea Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima), dopo il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

“È degno di nota – continua Miani – il fatto che il più accreditato ente scientifico governativo per la prevenzione delle malattie infettive negli Stati Uniti d’America, i Centers for Disease Control (Cdc) di Atlanta, ha appena aggiornato le Linee guida anti-covid portando a circa 2 metri la distanza di sicurezza interpersonale, già suggerita da Sima in una pubblicazione internazionale ad aprile come la più ragionevole sulla base delle evidenze disponibili. I Cdc sottolineano inoltre la maggiore facilità di diffusione dell’infezione in ambienti chiusi e poco ventilati, così come la possibilità – sebbene meno frequente rispetto al contagio interumano diretto – che il coronavirus si propaghi rimanendo sospeso nell’aria, sebbene in particolari condizioni”.

Numerose pubblicazioni hanno riportato modelli di diffusione del virus per oltre i 2 metri, considerati come distanza di sicurezza in particolari condizioni atmosferiche, come quelle – ricordano gli esperti Sima – che si riscontrano con l’avvento della stagione fredda, “durante la quale la capacità disperdente dell’atmosfera si riduce drasticamente”.

E’ stato evidenziato in varie parti del mondo come vi siano forti correlazioni tra la trasmissione del virus e la presenza di elevate concentrazioni di polveri, tali da ipotizzare modelli meccanicistici in cui il particolato atmosferico può fungere da carrier per trasportare il virus su distanze che possono superare i 10 metri e favorire così eventi di superspread o di iper diffusione.

“Si può quindi ragionevolmente prevedere che, come l’inverno scorso, in presenza di diffusi emettitori di virus ed elevate concentrazioni di polveri per tre o più giorni consecutivi, si potrà verificare un esponenziale incremento dei contagi e della relativa mortalità nei soggetti più a rischio – precisa il presidente di Sima – Occorre pertanto promuovere la massima protezione in ogni occasione per porre argine all’incremento esponenziale dei contagi estendendo l’utilizzo delle mascherine anche all’esterno quando si è in presenza di alte concentrazioni di polveri sottili e non vi è la certezza di mantenere ragionevoli distanze di sicurezza. A maggior ragione – insiste – queste precauzioni devono essere mantenute in ambienti indoor dove il mantenimento della distanza di sicurezza è oggettivamente difficile, la capacità di dispersione è per definizione ridotta e la concentrazione di particolato atmosferico può raggiungere gli stessi valori di concentrazione presenti outdoor”.

“La mascherina, possibilmente Ffp2 (che impedisce sia l’uscita che l’entrata di goccioline), va indossata in tutti i luoghi chiusi ma anche all’aperto, qualora ci si trovi in situazioni in cui non è possibile mantenere almeno due metri di distanza interpersonale, come marciapiedi o spazi aperti al pubblico affollati, fermate di autobus e metropolitana. Questa precauzione rimane superflua in altri casi, come la passeggiata all’aperto e nel verde da soli o con i propri familiari conviventi, la pratica sportiva individuale, che non ci portano in prossimità di altre persone”, conclude Miani.