Pd, primarie in ‘stand by’ a Roma 

Pd, primarie in 'stand by' a Roma

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 09/10/2020 18:34

Primarie del centrosinistra in ‘stand by’ a Roma. Lo ha detto apertamente Andrea Orlando: “Non credo che si debba seguire per forza quella strada, la strada delle primarie”. Il primo passo da compiere, per il Pd, è la riunione mercoledì prossimo con il tavolo di coalizione, vedere chi ci sarà, e partire da lì. Sempre per usare le parole del vice segretario dem, “il partito romano deciderà nelle prossime ore il percorso migliore”.

I dem stanno valutano attentamente pro e contro. Il tavolo serve per “costruire l’alleanza migliore” e quindi “per uscire dalla logica dei 7 nani”, si spiega al Nazareno. “Il Pd -per tornare a Orlando- deve individuare la personalità” giusta per aspirare al Campidoglio. E “se c’è un nome grosso, non è scritto che si facciano le primarie”, è la sintesi tra i dirigenti dem. L’ordine di grandezza resta sempre quello dei big di cui si chiacchiera da settimane (Sassoli, Letta, Gentiloni, Gualtieri). Tutti ancora abbottonati sul Campidoglio, però.

C’è, poi, un’altra variabile che i dirigenti dem stanno tenendo d’occhio in queste ultime ore: il Covid. “Il tema del rischio contagi c’è”, ammettono al partito. Con i numeri in progressione, lo scenario da qui a qualche mese potrebbe rendere la chiamata ai gazebo davvero fuori luogo: “Primarie significano file, schede e soldi del contributo che passano di mano…”. Il rischio c’è. Ma in queste ore a pesare sulle scelte per il Campidoglio, e anche sul futuro delle primarie del centrosinistra, è anche la variabile Carlo Calenda, che ancora non ha sciolto la riserva su una sua candidatura.

“Ma queste primarie non erano fondamentali? Ao'”, ha scritto oggi l’ex ministro su Twitter. “Nessuno stop a nessuno”, ha chiarito il Pd di Roma proprio a proposito di Calenda. Azione è tra le formazioni invitate al tavolo convocato per la prossima settimana. Nel Pd, viene appunto assicurato, non c’è ostilità: “Nulla contro Calenda, se vuole partecipare, bene. Noi non facciamo le cose contro Calenda”.

Alla fine, spiegano fonti dem, il leader di Azione non avrà grande convenienza a forzare la mano: “Andrà da solo con Iv? E cosa fa, diventa il nuovo Alfio Marchini?”. Intanto, con l’ex ministro si è schierato Matteo Renzi. “Pur leali con il Pd”, fanno sapere da Iv, se Calenda deciderà di candidarsi e a prescindere dal sostegno dei dem, Italia viva “non potrà che sostenerlo”.

Dice Luciano Nobili: “Non vedo cosa si possa chiedere di meglio per Roma”. E per Roberto Giachetti: “Calenda è il miglior candidato del centrosinistra, l’unico in grado di vincere”, però sarebbe “imbarazzante chiedergli di fare le primarie”. Spiegano dal partito di Renzi che Iv sarà presente mercoledì al tavolo di coalizione, ma con molti dubbi: “E’ solo un modo per prendere tempo. Una assemblea degli oppositori della Raggi va sempre bene, ma ora è il momento di andare oltre”. Secondo Iv, “I dem sono in imbarazzo. Continuano a cercare un nome”. Anche per questo, Italia viva tiene in agenda la convocazione di una Leopolda romana che si terrà a novembre.