Covid, Pesenti: “In Lombardia chiudere bar alle 17”  

Covid, Pesenti: In Lombardia chiudere bar alle 17

(Fotogramma)

Pubblicato il: 10/10/2020 09:26

Chiusura dei bar alle 17 in tutta la Lombardia per evitare assembramenti e l’appello a impegnarsi per “un‘allerta sociale” contro il Covid-19, dal momento che la situazione regionale per il momento è sotto controllo ma potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane. Questi i due punti che il coordinatore dell’Unità di crisi della Regione per le terapie intensive e primario di Rianimazione al Policlinico di Milano, Antonio Pesenti, intervistato dal ‘Corriere della Sera’, indica per frenare la nuova corsa del virus.

“Oggi in tutte le terapie intensive lombarde abbiamo 44 pazienti, il 100% con polmonite da Covid in ventilazione meccanica o intubati; significa che sono malati gravi come quelli di marzo e con una mortalità simile, intorno al 40 per cento dei pazienti – spiega – Le persone con sintomi si presentano subito al Pronto soccorso e questo alleggerisce, per il momento, la pressione sulle rianimazioni perché possiamo intervenire con le cure in modo tempestivo. L’altra variante è che l’età media dei ricoverati è scesa da 71 a 61 anni, con malati gravi anche fra i quarantenni e in alcuni casi anche più giovani, come già accaduto. Molte cose sono diverse, abbiamo maturato un’esperienza enorme, ma manca ancora una terapia specifica contro il virus” afferma Pesenti.

“Ieri sera rientravo a casa, alle sette circa, e sono passato vicino ai locali in zona Bocconi (190 studenti dell’omonima università sono in isolamento fiduciario, ndr) e ho visto i giovani fuori dai bar senza mascherina a 20 centimetri uno dall’altro. In questo caso – sottolinea Pesenti – l’unica soluzione sarebbe chiudere i bar alle 17, in tutta la Regione, da medico e cittadino non vedo alternative”. “I malati gravi adesso sono pochissimi rispetto al picco di marzo e aprile, quando siamo arrivati a quota 1.500 pazienti in terapia intensiva. Ma tutto ci fa pensare che non dobbiamo abbassare la guardia – conclude – perché, nonostante gli asintomatici, le curve potrebbero crescere rapidamente”.