Addio a Sean Connery, ha reso immortale James Bond 

Addio a Sean Connery, ha reso immortale James Bond

(Fotogramma)

Pubblicato il: 31/10/2020 14:17

Lo smoking, l’Aston Martin e la sigaretta fumata elegantemente. L’immagine di Sean Connery, scomparso oggi a 90 anni, è legata indissolubilmente a quella di James Bond, di cui fu primo interprete sul grande schermo. Un legame perfetto che ha reso immortali entrambi, l’attore e il personaggio, che ha continuato a vivere nell’interpretazione di altri grandi attori ma che senza quell’inizio non avrebbe avuto probabilmente la stessa fortuna. Eppure Sean Connery non è stato solo la spia cinematografia più amata di tutti i tempi.

Nato a Edimburgo il 25 agosto 1930, figlio di un camionista e di una cameriera, il suo vero nome è Thomas: lo pseudonimo Sean ha origine da un gioco di parole con un amico irlandese, Seamus, quando aveva dodici anni.

Abbandona giovanissimo la scuola e a sedici anni si arruola nella Marina scozzese (a questo periodo risalgono i due tatuaggi che ha sul braccio destro, il motto “Scotland forever” e la scritta “Mum and Dad”). Congedato per un’ulcera, fa mille mestieri: muratore, modello per l’Edimburgh Art College, guardia del corpo, persino lucidatore di bare. Nel 1950 rappresenta la Scozia all’elezione di Mister Universo e arriva terzo nella sezione ‘alti’ (è alto 1,88 cm). Nel 1958 viene scelto come ballerino di fila (ha preso lezioni di danza per undici anni dalla ballerina svedese Gert Malmgren) nel musical South Pacific, e, dopo alcune parti di primo piano in televisione, viene notato dalla 20th Century Fox e comincia a lavorare nel cinema.

Uno dei primi film in cui ha un ruolo rilevante è Darby O’Gill e il Re dei Folletti (1959) diretto da Robert Stevenson per la Walt Disney, in cui si cimenta anche nel canto. Nel frattempo, recita in teatro con la moglie Diane Cilento, con cui è stato sposato per una decina d’anni e da cui ha un figlio, Jason, nato nel 1953, anche lui attore.

Ma il successo globale è dietro l’angolo: nel ’62 è scelto dai produttori Saltzman e Broccoli per interpretare la parte dell’eroe dei romanzi di spionaggio di Jan Fleming, l’agente segreto 007 James Bond, battendo concorrenti del calibro di Cary Grant, Rex Harrison, Trevor Howard e Roger Moore – quest’ultimo otterrà il ruolo negli anni ’70. Sembra, però, che Fleming commentò la scelta con un: “Non è esattamente quello che avevo in mente”. Comunque, Agente 007 – Licenza di uccidere (Dr. No) di Terence Young è il primo di una serie di pellicole che danno a Connery fama internazionale, consacrandolo sex symbol. Ha ripreso il ruolo altre sei volte (ricordiamo Missione Goldfinger nel 1964 e Una cascata di diamanti nel 1971), fino a Mai dire mai (1983), episodio non ufficiale dalla serie.

Nella sua carriera, ha dato prova di notevole versatilità, lavorando, tra gli altri, con registi quali Alfred Hitchcock e Sidney Lumet. Nel 1969 era stato tentato anche dalla regia con il documentario The Bowler and the Bonnet, ma l’esperienza è rimasta isolata. Nel 1987 ha vinto un Oscar come miglior attore non protagonista per l’interpretazione del poliziotto Jim Malone ne Gli Intoccabili (The Untouchables) di Brian De Palma. Sul fronte del gossip, affetto da una precoce perdita dei capelli dall’età di 21 anni, è stato costretto dai produttori della serie 007 ad indossare un parrucchino.

Il presidio – Scena di un crimine (1988), Sono affari di famiglia (1989) e Indiana Jones e l’ultima crociata (1989, dove interpreta il padre del noto avventuriero), sono gli ultimi film degli anni Ottanta. Poi, dopo avere ricevuto una laurea ad honoris causa in Letteratura dalla St. Andrews University, si lancia il pellicole di avventura, di spionaggio o più semplicemente action-movies. Gli anni Novanta sono infatti gli anni de La Casa Russia (1990), Caccia a Ottobre Rosso (1990), Mato Grosso (1992) e Sol Levante (1993) e non mancano, anche in questo decennio, i grandi rifiuti. No a Jurassic Park e no a Die Hard – Duri a morire, per scegliere invece pellicole mediocrissime come Alla ricerca dello stregone (1993) o il ruolo di un agente segreto nel filmone d’azione tutto catastrofici effetti speciali hollywoodiani The Rock (1996) di Michael Bay.

E ancora, affianca una procace Catherina Zeta-Jones in Entrapment (1999), e poi si lascia dirigere dal regista indipendente Gus Van Sant in Scoprendo Forrester (2000).

L’ultimo suo film è La leggenda degli uomini straordinari (2003). Dopo di allora, la cataratta scende sui suoi occhi, rendendogli difficile il suo mestiere. Trasferitosi a vivere fra la Spagna e le Bahamas con la moglie, rifiuta il ruolo di Gandalf nella trilogia di Peter Jackson Il signore degli anelli (2001-2003), così come rimanda al mittente il ruolo dell’Architetto negli ultimi due capitoli di Matrix (2003) e quello di Re Filippo di Macedonia in Alexander. Nel gennaio 2006, si fa rimuovere un tumore dal rene a New York e poi dà l’estremo saluto al cinema, annunciando nel 2006 il suo ritiro ufficiale. Nel 1999 è stato eletto dalla rivista People “l’uomo più sexy del secolo” e, nello stesso anno, è nominato baronetto dalla regina Elisabetta d’Inghilterra, sebbene sia un fervido sostenitore del Partito Nazionalista Scozzese