Covid, Fai a Conte: “Pcm intervenga su trasporti con bus turistici, serve regia” 

Covid, Fai a Conte: Pcm intervenga su trasporti con bus turistici, serve regia

Pubblicato il: 01/11/2020 12:11

“L’ammissione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che nel trasporto pubblico ci siano criticità” e “l’invito del premier ad essere realisti” sugli sforzi ciclopici che sarebbe necessario implementare mostrano e dimostrano, “al di là delle buone intenzioni e dei proclami, che il Governo ha mostrato e sta mostrando gravi incertezze nell’assumere decisioni che sarebbero utili per alleggerire il sovraccarico sui mezzi di trasporto nazionali a disposizione, da cui si sono originati e si continueranno ad originare, se le modalità resteranno inalterate, focolai importanti di diffusione dell’epidemia”. Lo scrive in una lunga lettera al premier, visionata dall’Adnkronos, Francesco Artusa, presidente onorario di Fai Trasporto persone, associazione leader della rappresentanza del trasporto pubblico non di linea che conta un migliaio di aziende iscritte.

Artusa nel sollecitare un incontro con il Presidente del Consiglio, ricorda al Premier: “Chi le scrive è da marzo che suggerisce degli interventi al Ministero dei Trasporti e non solo…Sa chi ci ha risposto? Nessuno….Ma con la fermezza che il momento impone, ritengo doveroso rivolgerLe ancora alcune considerazioni su questo tema….di natura non politica ma tecnica…volte unicamente a offrire un contributo propositivo nell’interesse del Paese….ed a chiedere il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio come parte attiva nella risoluzione di questo problema. Serviva e serve una regia capace di coordinare più interventi in un sistema Paese”.

Lo scenario: “Certamente, come Lei ha detto – descrive Artusa – bisogna essere realisti. Bisogna dire ai cittadini che per garantire le distanze sul trasporto pubblico locale occorrerebbe decuplicare i mezzi e costerebbe svariati miliardi…ed allora, se vogliamo essere realisti ed anche saggi, dobbiamo dire che la soluzione esiste ed è accessibile ed a portata di mano. Sono chiaramente d’accordo con lei che non si possa fare alcunché dalla sera alla mattina, ma chi le scrive è da marzo che suggerisce degli interventi al Ministero dei Trasporti e non solo. Il 16 giugno, in audizione alla IX Commissione alla Camera, suggerii l’utilizzo della flotta NCC (Autobus e Vetture) giacché era a noi evidente che il problema si sarebbe ripresentato ad ottobre e purtroppo così è stato. Ai primi di settembre abbiamo scritto a Lei, al Ministero competente e a tutti i Governatori dando la disponibilità delle nostre flotte, peraltro ferme da almeno otto mesi e prive di adeguate misure di sostegno”.

“Sa chi ci ha risposto? – domanda il fondatore di Fai – Nessuno. E sa che cosa suona strano per non dire stravagante? Che il Parlamento abbia legiferato (Dl 34 convertito nella Legge 77 del 17/07/20) per consentire lo svolgimento di questi servizi a supporto senza che poi siano state stanziate le risorse necessarie. Certamente, come Lei ha detto, bisogna essere realisti: “Bisogna dire ai cittadini che per garantire le distanze sul trasporto pubblico locale occorrerebbe decuplicare i mezzi e costerebbe svariati miliardi…”. Ma faccia essere realista anche me, visto che, ne sono certo, entrambi sappiamo che non si possono acquistare vagoni o bus urbani in pronta consegna, indipendentemente da quanto saremmo disposti a pagarli”.

Le soluzioni: “Ed allora – osserva – se vogliamo essere realisti ed anche saggi, dobbiamo dire che la soluzione esiste ed è accessibile ed a portata di mano. Essa si basa su tre semplici passaggi. Il primo: la prenotazione, cioè la necessità di individuare attraverso strumenti tecnologici la domanda di trasporto e su questa indirizzare le flotte di Ncc/Bus Turistici e Taxi con annessi incentivi e sgravi per i passeggeri. Non solo – commenta Artusa – è una misura quasi a costo zero dato che, per esempio, migliaia di autisti rientrerebbero dalla cassa integrazione, ma è l’unica che consentirebbe il tracciamento dei trasportati. Perché veda, l’assenza del suddetto tracciamento sul TPL e la contestuale chiusura delle attività imprenditoriali private che lo hanno effettuato è una delle principali ragioni del malcontento”.

“Ancora più semplice” il secondo passaggio: “Autobus turistici in coda sulle linee più frequentate e steward per lo smistamento. I pulmann turistici affiancano quelli urbani sulle linee più frequentate e gli steward provvedono a far sì che le persone non si affollino sul primo mezzo che arriva – spiega – Anche questa è una misura di basso costo e, me lo lasci dire, le obiezioni lanciate da alcuni governatori sono tanto superficiali quanto irresponsabili. Si potesse scegliere tra un bus urbano, ovviamente più adatto perché progettato allo scopo, e un bus turistico chiunque sceglierebbe il primo. Ma siccome la scelta è tra bus turistico e impennata dei contagi con conseguente lockdown, la priorità di un amministratore pubblico dovrebbe essere scontata”.

Terzo passaggio: “Aumentare la velocità commerciale. Chiunque abbia osservato la ripartenza della Cina, sa che vi è stato un ritorno ed un incremento all’uso del mezzo privato. Dunque per alleggerire i mezzi pubblici bisognava e bisogna riaprire i centri storici, togliere tutti quei balzelli e misure cosiddette “green” che almeno nell’immediato dovremmo sacrificare per sconfiggere il Virus che è certamente l’emergenza in corso. Intervenire decisamente – rimarca – nei confronti di quelle amministrazioni locali che invece, anche in questa fase, continuano a perseguire le politiche di Ztl, restringimenti e ciclabili che possono essere semplicemente riprese tra qualche mese, quando saremo in possesso del vaccino”.

Le domande: “Concludo con qualche domanda alla quale spero vorrà rispondere nel merito delle cifre che sia Lei sia il Ministro De Micheli avete fornito. Sono stati stanziati 300 milioni di cui sono stati spesi 120. Posto che sono comunque insufficienti se si pensa a 100 miliardi di spostamento di bilancio o a 200 milioni stanziati per la sola incentivazione di biciclette e monopattini, questi fondi sono gestiti da chi gestisce il Tpl e dunque era abbastanza prevedibile che tali soggetti spingessero ad utilizzarli per più corse al posto che aumentare i mezzi in circolazione. Dunque Le chiedo: Siccome il Trasporto Pubblico di Linea anche prima della pandemia operava anche attraverso concessioni ad aziende private, soprattutto per le linee extraurbane, quanti bus aggiuntivi sono stati impiegati da marzo in poi? Non vorrei che la maggior parte di quei 1600 autobus, diventati 2000 e che qualcuno dice essere in realtà 1000 siano quelli che già erano in servizio prima”.

Perché all’indomani della pandemia in uno dei primi decreti si è provveduto a stanziare risorse straordinarie per oltre 1 miliardo al trasporto pubblico di linea, un settore già garantito da risorse pubbliche che coprono almeno il 65% del servizio con una decina di miliardi all’anno? In altri termini, non potendo acquistare nuovi mezzi o assumere nuovo personale, quando si sente dire che è stato “potenziato il servizio pubblico” che si intende esattamente?Come mai si è garantito il pagamento delle linee extraurbane seppur ferme, mentre analoga misura prevista per il servizio scuolabus è stata subito abrogata?”.

di Roberta Lanzara