Covid Piemonte, Cirio: “Chiediamo collaborazione e misure nazionali” 

Covid Piemonte, Cirio: Chiediamo collaborazione e misure nazionali

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Pubblicato il: 02/11/2020 09:46

“Oggi la situazione è diversa da quella di marzo e aprile e fare lo stesso errore di marzo è sbagliato. Oggi sono 11 le Regioni con Rt superiori per questo chiediamo al governo un rapporto collaborativo e misure nazionali“. Così il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, a Sky Tg24, che, a proposito della riunione tra Regioni e governo convocata per le 9 di questa mattina, ha aggiunto: “E una mattinata molto importante e delicata, dobbiamo essere molto lucidi e razionali per assumere le scelte più giuste per i nostri territori”.

“A marzo e aprile – ha spiegato Cirio – il governo faceva vedere con la cartina geografica l’Italia divisa in zone rosse, arancioni, gialle, verdi, addirittura avevamo misure diverse per province contigue. Noi stiamo dicendo al governo che fare lo stesso errore di marzo è sbagliato”.

“Ormai – ha continuato il governatore piemontese a Sky Tg24 – in Italia abbiamo 11 regioni che hanno l’Rt sopra l’1,5 che vuol dire che hanno il rischio alto, quindi le misure non sono più catalogabili come Nord-ovest, Nord-est, ma devono essere necessariamente nazionali perché dalla Valle D’Aosta alla Calabria il virus c’è ovunque e soprattutto sta crescendo ovunque”.

“Per questo noi chiediamo con spirito fortemente collaborativo e con rispetto istituzionale dovuto al Governo anche per venire in contro agli auspici del presidente Mattarella che ci sia davvero un rapporto collaborativo e che ci si renda conto che quella diversificazione che si era fatta a marzo tra province e tra regioni era sbagliata perché oggi il Covid, in questa seconda ondata, è un problema nazionale e prevede misure nazionali”, ha ribadito.

Sui test rapidi ‘il Piemonte insieme al Veneto è stata la prima regione d’Italia a utilizzarli per la parte pubblica e ad oggi sono una realtà. Le farmacie stanno avendo un problema pratico che c’è in tutta Italia e in tutto il mondo, faticano a trovare infermieri e personale per processare i tamponi”.