‘Il Vernacoliere’ a rischio sopravvivenza 

'Il Vernacoliere' a rischio sopravvivenza

Pubblicato il: 02/11/2020 11:00

“Il Vernacoliere”, “mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano”, sta lottando per la sua sopravvivenza. L’allarme è lanciato dal suo direttore, Mario Cardinali, che lo ha fondato nel 1961 come “Livorno Cronaca”, settimanale di controinformazione, poi divenuto l’irriverente mensile di satira dal 1982. “Servono cinquemila nuovi abbonamenti per far sopravvivere il Vernacoliere”, ha scritto Cardinali.

“Un po’ la crisi economica generale, un po’ la crisi particolare dell’editoria cartacea, un po’ infine il Covid, fatto è che le edicole sono sempre meno frequentate e sempre più sbarrate. E il Vernacoliere, da sempre libero da sussidi e finanziamenti per amor di libertà, spoglio anche di pubblicità per precisa scelta editoriale da quasi quarant’anni, vive e sopravvive di sole vendite in edicola e per abbonamento – afferma Cardinali – Gli abbonamenti, ecco. Ce ne occorrono almeno cinquemila in più, cinquemila nuovi abbonati per garantirci una base economica che ci permetta di mantenere ancora in vita la nostra testata. Abbonamenti all’edizione cartacea, precisiamo, poiché la pirateria informatica, con la riproduzione e diffusione gratuita dei nostri pdf, ci ha obbligato a interrompere già da tempo gli abbonamenti online”.

Da qui l’appello di Cardinali: “E dunque, per i tanti che in particolare su Facebook si sperticano di elogi nei nostri confronti, che puntualmente ogni mese si congratulano per ogni nuova locandina del Vernacoliere, che dichiarano di adorarci per l’umorismo, per la satira e per il libero pensiero, per tutti costoro e per quanti vorranno aiutarci fattivamente è arrivato il momento di farci vedere – ove possibile ovviamente – la loro riconoscenza pratica: un abbonamento. E chi è già abbonato potrà ancor di più aiutarci procurandoci nuovi lettori che vogliano anch’essi abbonarsi: amici, parenti, conoscenti, persone comunque interessate anch’esse all’umorismo dissacrante e alla riflessione critica”.

Il direttore del “Vernacoliere” sostiene, rivolto sempre ai lettori, poi che “la nostra libertà di continuare a opporci – satiricamente ed anche seriamente, e in irrispettoso incoercibile linguaggio popolare – agli imbrogli e alle prepotenze dei Palazzi e dei vari Autorevoli Personaggi è infine nelle vostre mani. Frugatevi – come si dice a Livorno – contribuendo, con i 27 euro d’un abbonamento annuale, alla nostra libertà di contribuire anche alla libertà vostra. Libertà di satiricamente ridere, e ridendo riportare a livelli terreni chi del suo potere fa ascensore per i propri infiniti cieli di vanità, d’arroganza e di prepotenza. Facendo sempre e comunque pagare a noi popolo sottoposto le sue infinite istituzionali e private ruberie. A tutti gli altri lettori, quelli che già ci comprano in edicola, un caldo invito a continuare e un caldissimo grazie per tanto preziosa solidarietà”.