Lavoro: Russo (Acquirente Unico), ‘smart working oltre la pandemia’  

Russo (Acquirente Unico): Smart working oltre la pandemia

Laura Russo, responsabile Risorse Umane Acquirente Unico

Pubblicato il: 03/11/2020 11:27

Smart working oltre la pandemia, nell’accezione più vera che è quella caratterizzata dalla “fluidità di gestire il lavoro nel tempo e nel luogo, e in cui la mia prestazione non è misurata in base a quante ore sto in ufficio, ma in base al risultato”. Laura Russo, responsabile Risorse Umane di Acquirente Unico Spa (AU), società pubblica (è interamente partecipata dal Mef attraverso il Gestore dei Servizi Energetici-Gse), parla con Adnkronos/Labitalia di come si è modificata in questi mesi l’organizzazione del lavoro nell’azienda.

AU, nata per approvvigionare l’energia elettrica per i clienti domestici e le pmi che non sono passate al libero mercato, nel tempo ha ampliato molto la sua mission, attraverso l’avvio dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente, del Sistema Informativo Integrato e l’Organismo Nazionale di Stoccaggio delle scorte strategiche di prodotti petroliferi. AU, inoltre, gestisce il Portale Consumi e il Portale Offerte, nati non con fini commerciali, ma al servizio del consumatore per informarlo su quanto e come consuma e per aiutarlo a scegliere l’offerta di luce e gas più adatta alle sue esigenze.

L’emergenza sanitaria arrivata a marzo in Italia non ha colto impreparato AU che a pieno titolo può definirsi una delle best practice italiane in ambito di organizzazione del lavoro pubblico. “Già dal 2014 -spiega Russo- avevamo avviato un’esperienza di telelavoro che ha coinvolto il 25% dei 274 dipendenti di AU. E, cosa per noi molto significativa, il 77% del personale che ha scelto il telelavoro è costituito donne”. Da considerare che sei anni fa, il lavoro da casa “non era certo diffuso”, ricorda Russo.

Ora la pandemia è stata uno tsunami che ha costretto molti uffici a svuotarsi e a ricorrere al lavoro da remoto. Cosa che in AU è stata organizzata velocemente, già da marzo, con qualche ritorno in ufficio durante l’estate e ora di nuovo, con oltre il 90% del personale che lavora da remoto, mentre negli uffici va solo un’esigua minoranza, se c’è un’esigenza particolare o un’emergenza. “Siamo riusciti -ricorda Russo- in tempi record, nell’arco di pochi giorni, a mettere tutto il personale in grado di lavorare da casa, mantenendo tutti i nostri livelli di erogazione dei servizi, peraltro non stabiliti da noi, ma dai nostri stakeholders istituzionali”. In AU, però, si cerca di fare un passo in avanti e guardare al futuro, organizzando il presente.

“Quando si parla di smart working -spiega ancora Russo- bisogna anche parlare delle azioni da avviare per tenere in piedi quello che è il cuore pulsante dell’azienda: le relazioni tra colleghi, il valore umano. Bisogna ricostruire quella socialità che rischia di andare persa se le persone stanno a casa da sole, lavorando sì, raggiungendo anche l’obiettivo dato, ma ‘schiacciati’ sulla performance, e perdendo di vista l’azienda nel suo complesso”.

Russo ci tiene particolarmente a questo argomento, che è un tema che “le aziende debbono cominciare a presidiare organizzativamente, rinsaldando la comunità dei dipendenti, anche non di presenza, ma facendo in modo che non si perda il senso di appartenenza a un progetto comune”. Anche per questo oggi in AU si terrà un webinar che farà incontrare tutta l’azienda e che poi si sposterà su una piattaforma dedicata per un Focus Group proprio sul tema dello smart working.

“Diamo modo alle persone -spiega ancora la responsabile delle Risorse Umane- di ragionare sul domani, di non perdere la visione strategica e di coltivare progetti per migliorarsi. AU è un’azienda votata al cambiamento continuo e all’innovazione: queste sono le nostre carte di identità e perderle di vista non fa bene a nessuno”.

Ma che succederà dopo il “quarantine working”, come Russo chiama il lavoro da remoto causato dalla pandemia? “Finita l’emergenza sanitaria-ipotizza la manager- non si può immaginare che tutto torni come prima, orario 9-18 per tutti. Occorrerà disegnare una transizione: per molte aziende, una soluzione potrebbe essere quella di affidarsi a spazio di coworking, delocalizzando il lavoro, anche in più punti rispetto alle città”.

Ma c’è di più. “Per le società di servizi -osserva- c’è anche molto lavoro da fare sul versante dell’analisi salute e sicurezza. A parte i rischi già previsti oggi per i videoterminaisti dalla legge (vista, postura e così via), quando tra 5 anni la quota di lavoratori in smart working sarà ampia e stabile, dovremo forse prendere in considerazione altri rischi come quelli legati a un superlavoro o al burn out”.

C’è poi un aspetto che sta particolarmente a cuore a Laura Russo e riguarda i rapporti tra azienda e lavoratrici. “Non c’è stato solo il telelavoro -spiega- a valorizzare il lavoro femminile in AU. Il 56% della popolazione aziendale è donna, e delle 4 direzioni operative di business 3 sono assegnate a donne. Sicuramente un valore importante”.

Inoltre, prosegue, “in azienda sono stati sviluppati nel tempo strumenti di welfare che hanno favorito la conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro, come la piattaforma che consente di acquistare servizi ad hoc o il permesso retribuito di un giorno concesso alle persone che hanno figli, per accompagnare i bambini al primo giorno di scuola”. “E c’è una piccola particolarità – aggiunge Russo – nel nostro wellfare aziendale, abbiamo voluto declinarne una parte nella forma di un ‘segnale di benvenuto’ che diamo a ogni nuovo nato dei nostri dipendenti: una scatola recapitata a casa con tutto il necessaire per il nuovo arrivato”.

“Ci consideriamo davvero, da questo versante una best practice, attenti alle donne che sono attratte da questa azienda e con le quali vogliamo continuare ancora il nostro percorso di crescita”, conclude Russo.