Nuova speranza per cura rara malattia neurodegenerativa 

Nuova speranza per cura rara malattia neurodegenerativa

Pubblicato il: 04/11/2020 12:33

Nuova speranza di cura per la Rtd (Deficit da trasporto di riboflavina, la vitamina B2), una malattia genetica molto rara – sono 265 i casi conosciuti nel mondo – che paralizza progressivamente i motoneuroni compromettendo i movimenti, la parola, la deglutizione e il respiro. I ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, attraverso la produzione di cellule staminali pluripotenti indotte, hanno scoperto il difetto che manda in tilt le cellule malate e hanno individuato un farmaco antiossidante che promette di restituire loro gran parte della funzionalità perduta. Lo studio, condotto in collaborazione con l’associazione di pazienti Cure Rtd Foundation, è pubblicato sull”International Journal of Molecular Sciences’.

La molecola della speranza si chiama Epi-473 e “ha già un favorevole profilo preclinico – sottolineano gli esperti del Bambino Gesù – con documentata attività benefica su altre patologie neurodegenerative come la malattia di Huntington, l’atassia di Friedreich e la neuropatia ottica ereditaria di Leber”. Grazie al nuovo lavoro, “si può dire che l’utilizzo di Epi-473 costituisce una promessa terapeutica efficace anche per la Rtd”, al momento orfana di una terapia efficace, “da associare alla somministrazione della vitamina B2 ad alte dosi”.

I ricercatori precisano che “prima di poter validare l’uso del farmaco in esame sui pazienti affetti da Rtd saranno necessari altri studi che ne confermino l’efficacia sugli organismi viventi e non solo sulle cellule danneggiate coltivate in vitro”, tuttavia “lo studio apre prospettive molto incoraggianti per la cura di questa specifica malattia genetica neurodegenerativa” denominata anche sindrome di Brown Vialetto Van Laere (Bvvl).

La Rtd – spiega una nota del Bambino Gesù – è causata dalle mutazioni di due geni (Slc52A2 e Slc52A3) coinvolti nella produzione delle proteine che trasportano la vitamina B2. Può manifestarsi fin dalla prima infanzia ed è caratterizzata dalla paralisi progressiva di alcune aree del cervello (zona ponto-bulbare), da insufficienza respiratoria, debolezza muscolare con coinvolgimento dei nervi cranici motori e sordità. Ad oggi le indicazioni cliniche suggeriscono di somministrare alte dosi di vitamina B2, che spesso sono in grado di migliorare i sintomi clinici. Non tutti i pazienti però mostrano benefici, e quelli che migliorano manifestano ancora alcuni sintomi fortemente invalidanti.

Gli specialisti dell’Area di Genetica e Malattie rare del Bambino Gesù sono partiti dallo studio delle alterazioni strutturali e funzionali causate dalla malattia nelle cellule neuronali danneggiate. Non potendo prelevarle direttamente dai pazienti senza un intervento invasivo e potenzialmente pericoloso, hanno scelto di riprodurle in laboratorio attraverso il sistema delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPsc). Queste si ottengono artificialmente dalle cellule del paziente, solitamente prelevate dalla pelle o dal sangue, e in questo caso sono state ricavate dai fibroblasti di due pazienti con Rrd seguiti dall’ospedale capitolino. Le iPsc si propagano facilmente in vitro e possono dare origine potenzialmente a tutti i 200 tipi cellulari che formano il corpo umano. Una volta coltivate in vitro le cellule staminali pluripotenti, i ricercatori le hanno quindi trasformate in motoneuroni che presentano tutte le caratteristiche di quelli originali colpiti dalla patologia.

“Lo studio fisiopatologico ha mostrato un’alterazione specifica che impedisce il normale funzionamento dei neuroni motori”, riferiscono gli studiosi. In particolare, “è stata riscontrata una minore lunghezza dei neuriti, i prolungamenti della cellula che servono a condurre gli impulsi nervosi. E’ stato anche individuato un alterato metabolismo dello ione calcio, che controlla il rilascio dei neurotrasmettitori al livello delle sinapsi, le strutture che consentono la comunicazione dei neuroni tra loro o con altre cellule”.

A questo punto i ricercatori del Bambino Gesù hanno deciso di testare in vitro, sui neuroni danneggiati riprodotti in laboratorio, i possibili effetti benefici di diversi farmaci antiossidanti: vitamina C, idebenone, coenzima Q10 ed Epi-743, da soli o in combinazione con la vitamina B2. “E’ infatti noto, nell’origine e nello sviluppo della Rtd – evidenziano – il ruolo chiave dello stress ossidativo, l’insieme delle alterazioni che si producono nei tessuti, nelle cellule e nelle macromolecole quando sono esposte a un eccesso di agenti ossidanti”. La ricerca ha così documentato “l’efficacia del farmaco Epi-473 nel ripristinare l’equilibro dello stato ossidativo, nel migliorare la lunghezza dei neuriti e l’afflusso di calcio nei motoneuroni”.