Covid, Bellanova: “Stop scaricabarile regioni” 

Covid, Bellanova: Stop scaricabarile regioni

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Pubblicato il: 05/11/2020 20:52

Di Mara Montanari

I dati dei contagi non lasciano spazio a strumentalizzazioni, né tantomeno ai distinguo. Il governo non è mai venuto meno al confronto con le regioni e di fronte all’avanzata della pandemia serve “rigore” da parte di tutti. In una intervista all’Adnkronos Teresa Bellanova dice no allo “scaricabarile” tra le istituzioni, chiamate a fronteggiare l’emergenza. La ministra dell’Agricoltura, capo delegazione di Italia viva, torna a sottolineare l’importanza della scuola in presenza e conferma che sulla necessità del Mes, Iv non cambia idea.

Le regioni in fascia rossa sono in rivolta. Cosa non sta funzionando nel rapporto tra governo e regioni? C’è un gioco allo scaricabarile? “Se è uno scaricabarile per mancanza di coraggio nell’assunzione delle responsabilità o per strumentalità politica -risponde Bellanova- non lo so e non mi piace; a maggior ragione alla luce dei dati odierni, che sono severi e richiamano tutti a un di più di rigore per il bene del Paese, di tutto il Paese. So per certo che il ministro Boccia e il ministro Speranza non sono mai venuti meno al confronto”.

Nei vertici di maggioranza, Iv ha chiesto di conoscere dati certi prima di decidere, li avete avuti? Dopo le polemiche, anche con il premier Conte, sul dpcm del 24 ottobre, quest’ultimo decreto è più condiviso? “Italia Viva -ricorda Bellanova- ha posto un problema di metodo: poter decidere sulla scorta di dati scientifici. La ritengo una garanzia per chiunque sia implicato in questo momento così complesso: i decisori politici, i componenti del Cts, l’intera filiera istituzionale, governatori inclusi”.

“Su quel Dpcm ci sono stati rilievi di metodo e di merito indicati a tempo debito, con motivazioni che ritengo ineccepibili -dice ancora Bellanova con riferimento alle misure prese il 24 ottbre-. E continuo a dire: è essenziale che le lezioni si possano svolgere in presenza. La dad è importante, può fare molto ma non può sostituire tutto. L’apprendimento è un meccanismo complesso che ha bisogno della comunità scolastica”.

“Per questo diciamo: non scarichiamo sulla scuola e sulle fasce fragili della popolazione le questioni strutturali legate soprattutto a trasporti e sanità. E non arretriamo -insiste la ministra- dinanzi alla necessità del Mes”.