Covid, Formigoni: “Lombardia aveva piano, con medici sentinella si limitava strage” 

Covid, Formigoni: Lombardia aveva piano, con medici sentinella si limitava strage

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 05/11/2020 09:44

“Nel 2006 noi avevamo già elaborato un piano anti-pandemia”. Nel 2009, quando è arrivata l’influenza H1N1, “la Lombardia ha reagito bene. Era preparata”. Il piano “era strutturato in 4 fasi. La creazione del sistema di sorveglianza sindromico è stata fondamentale: ha permesso di raccogliere tutti i dati sulla distribuzione del virus, in particolare di quelli stagionali, attraverso le segnalazioni dei medici-sentinella”. A raccontarlo in un’intervista su ‘Libero’ è l’ex governatore Roberto Formigoni, secondo cui “la Lombardia è stata attaccata a priori in modo vergognoso dalla sinistra e dai media”.

Oggi uno dei temi caldi è proprio quello del territorio, e Formigoni spiega qual era la situazione durante gli anni della sua Giunta. Il suo modello di sanità è stato definito centrato sugli ospedali. Ma l’ex presidente racconta: “Abbiamo coltivato un rapporto virtuoso con la medicina generale, coi medici di famiglia, del territorio. Gli abbiamo dato la possibilità di raccogliere i dati minuto per minuto. Pensi se questo sistema fosse stato adottato in questi mesi: avrebbe potuto evitare o almeno limitare la strage che purtroppo c’è stata”.

Strage che ha colpito soprattutto nelle Rsa. Formigoni afferma che nel piano del 2006 era stato “definito un accordo-quadro con le residenze per anziani al fine di aumentare l’assistenza medica e infermieristica. Il piano dava anche mandato alle Asl, già in fase di preallerta pandemica, di definire il fabbisogno e l’acquisto delle mascherine e degli altri sistemi di protezione”.

L’ex governatore ne è convinto: “Se la medicina generale fosse stata messa nelle condizioni di segnalare tutte le polmoniti anomale di novembre, dicembre e gennaio”, sarebbe andata meglio con Covid-19.

Formigoni torna agli ultimi momenti della sua presidenza: “Da settembre 2012 non ho più avuto la maggioranza. Non abbiamo potuto dare seguito a una serie di innovazioni. Tra queste c’erano l’aumento dei fondi per la medicina generale, più risorse per il lavoro d’equipe dei medici, un maggior collegamento con gli ospedali e la Regione”.

“Ho consegnato questi progetti a Maroni – ricorda ancora – d’altronde li avevamo fatti insieme, il mio assessore alla Sanità era della Lega. Maroni però ha voluto mostrare discontinuità rispetto al mio mandato e ha cominciato proprio dalla sanità, la cosa che funzionava meglio. Questo nonostante le indicazioni dei suoi stessi assessori e consiglieri. Fontana non ha colpe particolari: ha ereditato un sistema sbagliato”.