Covid, Garattini: “Vaccino dovrebbe essere pronto verso marzo” 

Covid, Garattini: Vaccino dovrebbe essere pronto verso marzo

Immagine di repertorio (Afp)

Pubblicato il: 09/11/2020 08:59

“L’università di Oxford che, in collaborazione con l’azienda farmaceutica AstraZeneca, sta lavorando su uno dei principali vaccini sperimentali a livello mondiale, ha parlato della prossima primavera. Ha detto che dovrebbe essere pronto entro marzo”. Lo dice, intervistato da La Verità, Silvio Garattini, scienziato, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche, Mario Negri. Sulla sperimentazione del vaccino afferma: “La fase 3, quella definitiva, è in corso di completamento. Poi i risultati saranno presentati per la registrazione all’autorità regolatoria, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che deve autorizzare la commercializzazione. Servono due indicazioni: il grado di protezione dal virus che deve essere almeno del 50% e la conoscenza degli effetti collaterali”.

In merito al fatto che la sperimentazione sia stata più volte interrotta riferisce: “Ci sono state interruzioni ma poi la sperimentazione è ripresa perché si è scoperto che gli effetti preoccupanti non erano causati dal vaccino. Gli effetti più comuni sono qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa, un malessere simile a quello causato da un’influenza leggera. Tutto emergerà più chiaramente dai risultati definitivi della sperimentazione”. E alla domanda: quante sperimentazioni si stanno facendo nel mondo? Garattini risponde: “Ce ne sono 42 in fase clinica e 8 che hanno raggiunto la fase 3. Da questo escludo il vaccino russo perché è fatto solo per la Russia, e quello cinese, circoscritto alla Cina”.

Sul vaccino russo Garattini dice poi che, “non è ancora alla fase 3”, mentre sulle indiscrezioni che parlano di vaccini già pronti spiega: “Se sono pronti, perché non hanno fatto richiesta di autorizzazione all’Ema o all’americana Food and drug administration, che negli Usa si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici? Probabilmente non sono interessati a metterlo sul mercato europeo o americano. Può darsi che Pechino preferisca privilegiare la sua popolazione, molto numerosa, o che non intenda condividere dati”. Alla domanda: per avere una vaccinazione diffusa quanto tempo servirà? risponde invece: “Di sicuro gran parte del 2021. Molto dipenderà dalla volontà della gente di farsi vaccinare. Vedremo se si rifaranno sentire i No vax”.