Nuovo Dpcm, Toti: “Scelta stretta Liguria sia politica” 

Nuovo Dpcm, Toti: Scelta stretta Liguria sia politica

Giovanni Toti (Fotogramma)

Pubblicato il: 09/11/2020 09:04

“Io sono disponibile a valutare la situazione, non ho paura di assumermi responsabilità, ne posso discutere tranquillamente con il ministro Speranza. Ma non tiriamo in ballo la qualità dei dati”. Così Giovanni Toti sull’inchiesta aperta per appurare se i dati sui contagi da coronavirus forniti dalla Liguria, la Regione di cui è presidente, siano corretti o se siano riscontrabili illeciti od omissioni per farla rientrare fra le regioni gialle. “Se a sollevare il dubbio che qualcosa non va – aggiunge – sono quelli che i dati li analizzano (Iss e Cts), mi viene da pensare che sia un modo per proteggersi dalle polemiche. E se a saltarci su sono le opposizioni in modo irresponsabile, mi viene da citare Biden: ‘Meno rabbia in politica’. Si può perdere un’elezione, ma non prenderla tanto male…”. Il governatore ligure dice al Corriere della Sera che “la situazione è molto chiara. Il report che mi è arrivato sabato sera, il 25esimo, è la fotocopia di quello precedente sulla base del quale siamo stati classificati zona gialla e il livello di affidabilità dei dati in alcuni parametri è stato giudicato superiore al 90%. Se i criteri adottati per dividere l’Italia in fasce sono scientifici, bene, noi siamo assolutamente a posto. Se invece vogliamo fare ragionamenti più ampi, facciamoli”.

“La situazione non sempre può essere valutata solo in base ai numeri – dice Toti -. Da noi l’indice di trasmissione Rt è più basso che in altre Regioni, credo che nel Report 26 saremo ancora più bassi che ora. Però è vero che a Genova pur con un indice Rt basso c’è una forte pressione sugli ospedali, mentre in altre province l’Rt è più alto ma non c’è sofferenza particolare nelle strutture sanitarie. Se vogliamo valutare decisioni magari su base locale per stare più tranquilli, facciamolo, ma sapendo che si tratta sempre di scelte politiche. Non penso assolutamente che le scelte siano dovute a partigianeria – spiega Toti -, tanto è vero che alcuni governatori che chiedevano il lockdown totale, come De Luca, sono in zona gialla, e altri che volevano tenere aperto sono in zona rossa. Tanti sono scontenti. Per decisioni politiche intendo che le valutazioni sono sempre fatte tenendo conto di tanti fattori: la situazione sanitaria, il territorio, le esigenze economico-sociali… Mettere tutto dentro un calderone che con un algoritmo dovrebbe dare la soluzione perfetta è impossibile. È sempre la politica a decidere”.

Quanto alla riforma del Titolo V, che regola i rapporti tra Stato centrale e Regioni, Toti domanda: “Ma sulla base di quali meriti il governo vede la necessità di rimettere la sanità nelle mani dello Stato centrale? Se avessimo visto Regioni che fanno cose terribili e il governo che opera in modo mirabolante, ne potremmo pure discutere. In realtà qualcuno si è comportato benissimo, qualcuno mediamente, qualcuno meno bene, a fronte di un governo che – senza voler far polemica in una situazione così difficile – si è mosso con ritardo, con Dpcm a puntate, o che come in Calabria ha nominato per due volte di seguito commissari improbabili. Nelle regioni si è appena votato e i cittadini hanno confermato in Liguria, Veneto, Campania, Puglia, e anche in Toscana, i governi precedenti: forse scontenti non erano. Io rimanderei questa discussione a tempi migliori, meglio per tutti”.