Coronavirus: Consorzio mozzarella bufala, formazione e giovani per tornare a crescere 

Consorzio mozzarella bufala campana, formazione e giovani per tornare a crescere

Pubblicato il: 11/11/2020 13:31

“Innovazione, tecnologie e formazione di nuove figure all’interno della filiera: così puntiamo a costruire il futuro della mozzarella di bufala campana Dop”. A tracciare le linee guida dei prossimi mesi, con Adnkronos/Labitalia, dopo un anno difficile, è il presidente del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo. Proprio in questo finale di 2020 il Consorzio ha rinnovato il suo Cda all’insegna dei giovani e Raimondo è stato confermato alla guida per la quarta volta. “Un quarto mandato con diversi giovani in più all’interno del Consiglio di amministrazione: abbiamo abbassato, infatti, ancora di più l’età media dei consiglieri. Quindi, i giovani sono al centro di questo progetto e di questo Consorzio”, afferma Raimondo.

“Il 2020 – sottolinea – credo sia un anno da cancellare. Nel precedente lockdown, abbiamo avuto una battuta d’arresto che per adesso possiamo stimare pari a circa il 25% di prodotto in meno trasformato. In quest’altra ondata che stiamo vivendo in questi giorni, ancora è presto per fare previsioni, ma c’è un clima di incertezza che danneggia tutti. Il governo in parte ci ha sostenuti. Abbiamo avuto dei ristori per quanto riguarda gli allevamenti e le aziende agricole, si poteva fare qualcosa di più ma va bene così, noi vogliamo guardare avanti”.

E se il Consorzio per il momento si accontenta degli aiuti arrivati per far fronte alle conseguenze portate dalla pandemia, c’è una cosa a cui punta adesso: la modifica del disciplinare di produzione per andare incontro alle nuove esigenze di mercato. “Proprio il lockdown – ammette il presidente – ci ha fatto capire che bisogna fare qualche modifica al nostro disciplinare, perché abbiamo dei prodotti che tecnicamente non si prestano a tutti gli usi domestici e quindi rischiano di non essere competitivi per questo uso”.

“Nel periodo di lockdown, tanta gente a casa si è dilettata a fare chi la pizza chi la pasta al forno o altre cose, utilizzando il nostro prodotto come ingrediente e non tal quale. E, purtroppo, ci siamo resi conto che per avere un prodotto adatto ad essere un ingrediente bisogna fare delle modifiche: se riusciamo a offrire un prodotto che in cottura sprigioni meno liquido, sicuramente sarà più facile da utilizzare a casa senza problemi”, chiarisce Raimondo.

“Modifiche che, però, devono essere approvate dal ministero, altrimenti non potremo cambiare il disciplinare di produzione. Ma, purtroppo, stiamo ancora aspettando: la burocrazia italiana non ci consente di essere veloci e di seguire il mercato. E tutto questo, in questo momento, non ci consente di allargare il mercato e di poter seguire delle nuove fasce di consumo”, avverte.

Il futuro punta anche a valorizzare quello che rende unica la filiera della mozzarella di bufala campana Dop, ovvero la sua totale tracciabilità, che il Consorzio rivendica con orgoglio: “La nostra filiera è l’unica al mondo tracciata come non mai: noi riusciamo a partire dall’allevamento, dalla singola bufala che mungiamo, per arrivare alla mozzarella che mangiamo sulle nostre tavole. Tutto questo grazie sia al ministero sia alla Ue, ma anche ai nostri operatori che hanno accettato questo tipo di controlli e di registrazioni di filiera. Tutto questo va sicuramente elogiato ma dall’altra parte, se non riusciamo ad aprire altri mercati, avremo fatto dei sacrifici senza poi ottenere grossi risultati. Quindi, a maggior ragione, visto che riusciamo a tracciare qualcosa che nessun altro al mondo riesce a tracciare, vorremmo delle modifiche dei disciplinari per poter poi essere competitivi sui mercati”, conclude il presidente.