Renault: con l’ibrido plug-in il nuovo Captur è sempre più versatile 

Con l’ibrido plug-in nuovo Renault Captur sempre più versatile

Pubblicato il: 11/11/2020 15:05

– Arrivato in una Renault bisognosa di ‘ripartire’, il nuovo ad, l’italiano Luca De Meo, ha scoperto quella che ha definito una “vera pepita tecnologica”: sono le soluzioni di elettrificazioni elaborate dalla casa francese, grazie anche alle competenze della scuderia Renault DP World F1 Team, che stanno trovando rapida applicazione sugli ultimi modelli e che stanno contribuendo non poco ai risultati commerciali del brand.

Fra tutte, l’opzione plug-in ibrida se non è la quadratura del cerchio, poco ci manca. In un mercato automobilistico stretto fra esigenze numerose e contrastanti (taglio delle emissioni, controllo dei costi, mantenimento di quote e margini) la soluzione con motore termico e batteria ricaricabile ‘alla spina’ è quella che offre i maggiori vantaggi senza un aggravio eccessivo per il cliente.

Ed è significativo che il primo modello Renault a esserne dotato sia il Captur che dal suo lancio, nel 2013, è stato il SUV compatto più venduto in Italia. Lo scorso anno la nuova generazione ha rappresentato un nuovo passo in avanti stilistico e tecnologico che oggi si esalta nella versione plug-in, dotata di una batteria agli ioni di litio da 9,8 kw che non incide sull’abitabilità e permette di percorrere in modalità zero emissioni fino a 65 Km in città e fino a 50 km nel misto, con una velocità in elettrico fino a 135 km/h. Il tutto con una risposta al pedale persino più gratificante di quella offerta dal 4 cilindri a benzina 1.6 da 160 CV (omologato Euro 6dfull).

Ma il risultato migliore si ottiene – passando in modalità Sport – con la combinazione di questo propulsore con i due motori elettrici, un e-Motor da 49 Kw per la trazione puramente elettrica e uno starter HSG da 25kW. In questo modo la notevole coppia è subito disponibile con un comportamento ottimale fra 2000 e 4000 giri. A gestire la trazione, c’è una innovativa trasmissione Multi-mode con innesto a denti e priva di frizione, in grado di limitare le perdite di energie e spingere sempre il Suv Renault con il ‘rapporto giusto’ (15 le combinazioni disponibile).

I benefici dell’opzione plug-in sono evidenti anche sul fronte costi: il consumo medio è di 1,4 litri per 100 km nel ciclo misto e con i suoi 32 grammi di CO2 al km permette al Nuovo Captur di accedere a incentivi statali fino a 4.500 euro, senza contare i vantaggi legati ad altre soluzioni (come l’esenzione dal pagamento del bollo per tre anni o delle strisce blu in molte città).

L’opzione plug-in si conferma la più versatile anche sul fronte della vivibilità (lo spazio a disposizione dei passeggeri non cambia visto che la batteria è posta sotto al divanetto posteriore) e della gestione dell’energia: grazie al caricatore da 3,7 kW la batteria – che ha 8 anni di garanzia – si può ricaricare in rete da tre a cinque ore, a seconda del tipo di presa, comprese quelle per uso domestico. Quando la batteria si scarica durante la marcia, è il motore a benzina a ricaricarlo come in un’ibrida ‘normale’.

Anche la versione ‘alla spina’ offre – in molti casi già dalla Intens, versione d’attacco per la Phev – le tecnologie d’avanguardia già viste sulle ultime Renault, a partire dal cruscotto digitale da 10,2 pollici e continuando per le soluzioni di sicurezza e aiuto alla guida.

Presentando questa nuova versione del Captur Plug-in Hybrid Francesco Fontana Giusti, Direttore Immagine e Comunicazione di Renault Italia, ha sottolineato il processo di “democratizzazione della tecnologia, frutto di dieci anni di esperienza sull’elettrico” che permettono a Renault di offrire il Plug-in più economico sul mercato. Il prezzo – prima degli incentivi – parte da 32.950 euro per la Intens ma le soluzioni della filiale italiana includono un finanziamento di 199 euro al mese mentre con lo sconto massimo, incluso quello dei concessionari, può toccare gli 8.500 euro.