Zaia: “Per il Veneto dose massiccia di vaccini anti-covid” 

Zaia: Per il Veneto dose massiccia di vaccini anti-covid

(Fotogramma)

Pubblicato il: 13/11/2020 14:25

“In Veneto arriverà una dose massiccia di vaccini anti Covid“. Lo ha annunciato il presidente della Regione Luca Zaia oggi nel corso del punto stampa. “Sulle quote siamo più alti dell’8%, che è la quota del vaccino antinfluenzale. Lo sforzo è elevatissimo da parte della Regione perché il vaccino va fatto in poco tempo, e stiamo parlando di milioni di pezzi, con postazioni e registrazioni relative”.

E Zaia ha quindi lanciato una proposta: “Il vaccino anti Covid potrebbe diventare anche una sorta di ‘pass’ come lo è oggi il tampone che viene richiesto in alcuni casi”.

In attesa del vaccino “la Regione Veneto distribuirà, di sua iniziativa, centomila tamponi ai medici di base spero ci sia una bella adesione, dato che si aggiungono ai 64.000 forniti dal governo. Già oggi il 28% dei 3.100 medici di base fa un totale di 2.000 tamponi al giorno”. Zaia ha anche annunciato che “stamani ho provato il ‘test fai da te’ ed è splendido, se funziona è una rivoluzione e abbiamo risolto il problema del tracciamento. E’ facile da fare -ha assicurato Zaia- rapidissimo e il dottor Roberto Rigoli dell’ospedale di Treviso lo sta testando”. Quindi Zaia ha anche annunciato che “stiamo organizzando i nuovi ‘Covid point’ in ogni provincia del Veneto: abbiamo dato disposizione di aumentare il numero dei punti e le fasce orarie di apertura”.

Intanto “la Banca del plasma sta andando avanti, è stata una mia idea, fin dall’inizio: e oggi non telefoniamo più al paziente guarito tornato a casa ma lo intercettiamo subito al momento delle sue dimissioni dall’ospedale”, ha sottolineato il presidente del Veneto. Zaia ha assicurato che “di sacche di plasma ne abbiamo consumate molte, anche perché in estate non avevamo pazienti, ma ne abbiamo ancora: da settembre abbiamo ricominciato la raccolta”, ha spiegato.

Lunedì – ha annunciato alla vigilia dell’entrata in vigore dell’ordinanza regionale che prevede alcune restrizioni- farò un bilancio su come è andato questo weekend con le misure previste dall’ordinanza. Escludo però di poterne prendere altre perché io sono contrario allo ‘stato di polizia‘”. “Io spero che di multe non se ne facciano. Ma non c’è dubbio che ora la palla passa ai cittadini. Il mio appello è che sabato e domenica non si vada nei centri cittadini, al mare, in montagna, al lago dove c’è il rischio di assembramento”, ha auspicato Zaia spiegando quindi “adesso ai cittadini diciamo di stringere i denti per un paio di weekend, di lavorare in squadra e di fare questo piccolo sacrificio: rispettate le regole perché se cambiamo fascia ci chiudono i confini comunali”.

Facendo poi il punto sui numeri del contagio, il governatore ha evidenziato che “a parità di tamponi oggi abbiamo la metà di positivi di marzo”. Zaia ha spiegato infatti che “se facessimo un confronto tra il numero di tamponi fatti oggi e quelli del giorno più nero della prima ondata a fine marzo possiamo dire che al posto dei 3.605 positivi delle ultime 24 ore ne avremmo dovuto trovare oltre 9.000. Allora infatti avevamo 412 contagi con 2.170 tamponi fatti, oggi ne abbiamo fatti 47.000 tamponi (tra molecolari e test rapidi), e la proporzione ci darebbe appunto 9.000 positivi”.

E ancora Zaia ha spiegato che “se il tasso di positivi sui tamponi fatti allora era intorno al 20% oggi siamo su 7-8%, in pratica, la metà della primavera scorsa”. Ad oggi in veneto ha ricordato il presidente della regione: “Sono stati fatti 2.529.000 tamponi molecolari e 543.000 rapidi”. Ma le differenze tra la prima e la seconda ondata non finiscono qui. Il governatore del veneto ha spiegato che “oltre alla metà di positivi, per tamponi fatti, rispetto a marzo, oggi abbiamo la macchina sanitaria molto più efficiente e i pazienti sono ‘diversi’ perché le terapie intensive occupate sono di meno: il 26 marzo, il giorno con la punta maggiore, erano infatti occupate 356 terapie intensive, oggi siamo a 227, con 6 nuovi ricoveri da ieri”.

Di più Zaia ha anche sottolineato: “E’ maggiore il turnover dei pazienti negli ospedali. I posti letto si liberano più in fretta con una media di 7-8 giorni di ricovero rispetto alle 2-3 settimane della prima ondata“. E anche sul fronte delle Rsa la situazione è ben diversa: “A marzo l’ospedalizzazione degli anziani delle case di riposo era del 22% e oggi è dell’8%”. Infine, Zaia ha confermato le previsioni del modello matematico: “Che indicano per il 15-20 novembre l’apice dell’epidemia, poi si dovrà vedere quanto durerà questo picco, che non scenderà istantaneamente e potrebbe durare anche per alcune settimane”.