Coronavirus, dal Cnr simulatore di contagio che indica efficacia misure 

Coronavirus, dal Cnr simulatore di contagio che indica efficacia misure

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 17/11/2020 17:03

Un software open source capace di realizzare previsioni epidemiologiche quantitativamente affidabili in contesti medio-piccoli, consentendo di valutare l’efficacia di eventuali misure di contenimento. A idearlo è stato l’Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, e attualmente è in corso una sperimentazione nel Comune di Firenze. Si tratta di un simulatore di contagio adattabile a contesti di dimensioni circoscritte, quali parchi, ospedali, scuole e comuni medio-piccoli, utilizzabile per studiare l’impatto di possibili misure di contenimento o per comprendere, anche retrospettivamente, perché si sono verificate determinate situazioni, così da prevenirne, se possibile, il ripetersi.

La capacità previsionale dei modelli matematici applicati alle curve epidemiologiche e l’opportunità, per i decisori politici, di farsi guidare dai risultati delle previsioni ottenute sulla base di tali modelli per attuare misure più o meno restrittive per la popolazione – riferisce una nota del Consiglio nazionale delle ricerche – sono temi di acceso dibattito. I principali modelli matematici, infatti, sebbene siano in grado di realizzare previsioni ragionevoli da un punto di vista qualitativo, sono quasi sempre poco precisi dal punto di vista quantitativo. Per ottenere una maggior precisione, il gruppo di ricerca ‘Cranic’ del Cnr di Roma, guidato da Massimo Bernaschi, ha dunque realizzato il simulatore di contagio.

Il principale motivo della bassa precisione delle predizioni di alcuni modelli matematici, infatti, non va cercato tanto nella bontà del modello, quanto piuttosto nella scarsa precisione dei dati di partenza. “Al contrario, se si considera una scala più limitata, come ad esempio una singola città, le variabili in gioco diminuiscono e le fonti di dati diventano più accessibili, velocemente disponibili, controllate e aggiornate, aumentando così la precisione”, spiega Stefano Guarino, uno dei ricercatori del gruppo.

“Il simulatore – prosegue Guarino – si basa su un modello per la generazione di ‘reti’ che descrivono, su base probabilistica, le relazioni sociali e le interazioni tra gli individui di una popolazione di medie dimensioni, ovvero fino a qualche centinaio di migliaia di persone. Un possibile utilizzo potrebbe essere, ad esempio, la simulazione della diffusione del virus in un parco pubblico in una data giornata: il simulatore è in grado di generare la probabile platea di fruitori del parco in funzione della fascia d’età e della distanza di residenza dal parco medesimo, valutando la probabilità di interazione fra gli individui e quindi di trasmissione del contagio. Quest’ultima, infatti, dipenderà da se e quanto i due soggetti si conoscono, dalla densità di visitatori presenti in quel momento e da un coefficiente di pericolosità specifico del contesto nel quale avviene l’incontro. In quest’ottica – conclude – una panchina può essere considerata più ‘pericolosa’ di un’area per praticare sport”.

“Generando e confrontando molteplici scenari ottenuti al variare del numero di contagiati che entrano nel parco, della densità di persone, o dell’imposizione di misure di protezione individuale e/o di distanziamento sociale”, precisa Massimo Bernaschi, coordinatore del gruppo di ricerca, “il simulatore è in grado di fornire informazioni utili a comprendere in che modo questi parametri possono influenzare la diffusione del virus, anche effettuando proiezioni specifiche per gruppi secondo le fasce di età, consentendo così di verificare le conseguenze, in termini di diffusione del contagio, dell’apertura o chiusura di uno o più parchi. Il software, quindi – precisa Bernaschi – potrebbe essere impiegato per generare scenari utili per decidere se e come tenere aperta una struttura piuttosto che un’altra, fra, ad esempio, teatri, cinema o centri commerciali”.

Lo studio pilota attualmente in corso si svolge nel Comune di Firenze, che ha messo a disposizione dati molto dettagliati su parchi, aree di verde pubblico e luoghi di aggregazione (aree giochi per bambini, aree per praticare lo sport, panchine, luoghi di ristoro, ecc). “Il software – concludono i ricercatori – verrà reso disponibile gratuitamente e in forma open-source in modo da poter essere non solo utilizzato, ma anche attentamente controllato e, se possibile, esteso e migliorato da altri sviluppatori e ricercatori”.