Zone rosse, scontro Regioni-governo 

Zone rosse, scontro Regioni-governo

(Foto Fotogramma)

Pubblicato il: 18/11/2020 07:48

“Il dialogo con le regioni è sempre aperto. I 21 parametri indicano l’indice di rischio insieme all’Rt e determinano quali misure attuare sui territori”. Lo afferma all’Adnkronos Salute il ministro della Salute Roberto Speranza puntualizzando i criteri epidemiologici che hanno portato alla ‘mappa’ del rischio delle Regioni.

“La situazione è seria e non può essere sottovalutata, siamo di fronte a una circolazione molto significativa del virus, lo vediamo dal numero dei contagi e con un po’ di distanza dei decessi, ultima cosa ad aumentare”, ha poi sottolineato Speranza ospite a Cartabianca. “I segnali degli ultimi giorni sul piano dell’Rt, l’indice di contagio, hanno indicato un primissimo elemento di controtendenza, sceso a 1,4 – ha aggiunto – Ma questo non basta, dobbiamo portare l’rt sotto alla soglia di 1 e grazie a questo vedremo gradualmente una riduzione degli accessi l pronto soccorso, in area medica e in terapia intensiva. I decessi sono l’ultimo degli elementi a risentire del cambiamento, le misure che stiamo assumendo sono indispensabili. Senza queste è impossibile piegare la curva”.

La precisazione del ministro della Salute dopo che le Regioni, ritenendo “urgente un incontro con il governo”, aveva avanzato la necessità “di rivedere, in un’ottica di semplificazione, i parametri che sono stati elaborati nella prima fase della pandemia, procedendo ad un aggiornamento delle indicazioni sull’utilizzo dei test rapidi antigenici e del test di biologia molecolare e alla modifica degli indicatori per il monitoraggio ai fini della classificazione”. Per la Conferenza delle Regioni, “bisogna semplificare i parametri di valutazione e, in questa fase dell’epidemia che interessa tutte le Regioni, è quanto mai opportuno che Governo e Regioni compiano un ulteriore sforzo collaborativo, anche per comunicare correttamente ai cittadini le misure restrittive che debbono essere assunte con grande e comune senso di responsabilità”.

“Avere più indicatori significa avere una fotografia più completa, le Regioni individuano cinque dei 21 indicatori che già esistono e che utilizziamo da maggio: ci hanno aiutato a leggere l’epidemia. Il confronto con le Regioni è sempre aperto, le polemiche sono incomprensibili, ma 21 criteri danno una fotografia più affidabile: oggi questo è il modello che abbiamo e che ha prodotto dei risultati, dobbiamo rispettarlo”, ha sottolineato Speranza.