Al Wmf2020 si parla digitale, Di Stefano: ‘Ue alternativa per creare campioni’ 

Al Wmf2020 si parla digitale, Di Stefano: 'Ue alternativa per creare campioni'

(Foto di repertorio – Fotogramma)

Pubblicato il: 19/11/2020 18:54

Taglio del nastro in grande stile questa mattina (giovedì) per il WMF – il più grande Festival dedicato all’Innovazione Digitale e Sociale. Per l’apertura, in collegamento dal Palacongressi di Rimini e dallo studio televisivo del Mainstage, Cosmano Lombardo – Ceo di Search On Media Group e Ideatore del Wmf – ha presentato un approfondimento politico-istituzionale grazie alla presenza del Sottosegretario agli Affari Esteri Manlio Di Stefano, dell’Assessore alla trasformazione digitale e ai Servizi civici del Comune di Milano Roberta Cocco e al sindaco di Firenze Dario Nardella.

Apertura dei lavori di Cosmano Lombardo, che ha inaugurato con queste parole la tre giorni dallo studio televisivo del Mainstage: “la situazione che si è venuta a creare è paradossale: nell’epoca in cui il dominio tecnologico aveva posto al centro non solo l’uomo, ma anche la tecnologia, abbiamo invece scoperto quanto sia fondamentale e decisivo cooperare. Lo abbiamo fatto bene nella prima fase dell’emergenza, ma molto male nei 10-15 anni precedenti. Ciò che noi come Wmf cerchiamo di fare è di costruire un presente ed un futuro migliori e in questo processo cerchiamo da sempre di coinvolgere tutte le realtà: le imprese, i cittadini e anche le Istituzioni, il cui ruolo è di fondamentale rilevanza poiché permea la vita di ciascuno di noi. Vogliamo che il Festival sia un acceleratore di educazione, di formazione, di cultura, di innovazione, ma anche uno strumento per comprendere, in queste tre giornate, quali sono le strategie istituzionali in atto rispetto all’innovazione tecnologica e sociale”.

Primo intervento affidato al Sottosegretario Di Stefano, il quale ha offerto una visione istituzionale sulle misure volte all’internazionalizzazione e al rilancio di aziende e startup: “Il mercato export è fondamentale per l’Italia, è il backup che garantisce di sopravvivere quando il resto del mercato è fermo. Abbiamo messo a punto strumenti che puntano su semplificazione e finanza agevolata. Oggi la Farnesina, con la sua Rete diplomatico-consolare, è il riferimento unico per l’internazionalizzazione delle imprese. L’Italia è capostipite di una linea di pensiero importante: nel settore digitale e startup nel nostro Paese abbiamo tutte le potenzialità interne per creare nuovi sistemi e strumenti. In Europa, per uscire da questa emergenza, è necessario puntare su social welfare e sullo sviluppo di filiere di lavoro: l’alternativa a Stati Uniti e Cina siamo noi, possiamo creare in Europa i prossimi campioni delle telco e del digitale”.

Il fondamentale ruolo del digitale durante la situazione pandemica al centro delle parole anche dall’Assessore Roberta Cocco, che ha presentato il modello virtuoso rappresentato dal Comune di Milano: “abbiamo lavorato per rafforzare infrastruttura tecnologica per realizzare servizi digitali in modo da poter dare a tutti i milanesi il fascicolo del cittadino, un’area riservata con vari strumenti pratici. Stiamo lavorando guardando da un lato alla tecnologia e al rafforzamento delle infrastrutture e dall’altro alla componente culturale, per diffondere il valore del digitale come uno strumento anche al servizio dei giovani per sviluppare skills digitali ed entrare nel mondo del lavoro”.

“Il governo dovrebbe utilizzare di più l’Anci e la rete dei sindaci, sentinelle in prima linea sul territorio che sul tema dell’innovazione scaricano a terra progetti che altrimenti rimangono solo nei documenti scritti”, ha commentato il Sindaco fiorentino Nardella.

“È necessaria più collaborazione: da Firenze abbiamo lanciato l’idea di creare un fondo di solidarietà per aiutare le piccole e medie imprese in difficoltà che si alimenterebbe con il risparmio privato dei cittadini e a cui lo Stato potrebbe garantire un credito d’imposta del 110%. In questi giorni si discute molto dei colossi del web come Amazon e le grandi piattaforme del delivery che stanno avendo un grande vantaggio da questa crisi: è certo un servizio importante ma emerge in modo forte uno sbilanciamento tra i grandi colossi che crescono e le piccole imprese commerciali delle nostre città che stanno soffrendo e morendo. Bisogna invertire la rotta non solo con campagne per sostenere il commercio locale, ma anche prevedendo che i colossi del web paghino un contributo fiscale vincolato per aiutare le piccole imprese”.