Gratteri: “Morra? Non doveva dire frase su Santelli” 

Gratteri: Morra? Non doveva dire frase su Santelli

DiMartedì /Twitter

Pubblicato il: 24/11/2020 23:48

“Morra non avrebbe dovuto dire quella frase”. Lo ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite a ‘DiMartedì’ su La7 commentando le frasi di Morra su Santelli. “Io ho conosciuto l’onorevole Santelli nel 1994, quando era sottosegretario alla Giustizia. In questi anni di magistratura ho chiesto e ottenuto migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali. Nelle intercettazioni che ho fatto ce ne sono centinaia che riguardano politici calabresi. La Santelli non è mai uscita in una intercettazione, mai due faccendieri hanno detto ‘andiamo da Jole, andiamo da Santelli’ o altri politici hanno detto ‘la facciamo come intermediaria’. Quindi io l’ho conosciuta come una persona perbene e onesta”. Poi Gratteri ha aggiunto: “Uno può anche non condividere le idee politiche, può essere di sinistra di destra o di centro, però io l’ho conosciuta come persona onesta. Detto questo, Morra non avrebbe dovuto dire quella frase, però io ho conosciuto Morra da pochi anni, posso dire che anche lui è impegnato, crede nella lotta alla mafia, nella lotta al malaffare, Morra non è uomo di mediazione” ma “non condivido quello che lui ha detto”.

Parlando dell’arresto di Domenico Tallini, presidente del consiglio regionale della Calabria, coinvolto nel congelata “Farmabusiness” condotta dalla DDA di Catanzaro, Gratteri ha aggiunto: “Questa indagine è nata nel 2014, c’erano tante cose ferme e accantonate per varie concause. Pensi che questa richiesta di misura cautelare era ferma al gip da almeno un anno, perché noi facciamo una richiesta di misura cautelare oggi e il gip risponde fra un anno”.

“Questa è una costante per tutte le richieste di misure cautelari – ha aggiunto Gratteri – quando non c’è un ufficio gip proporzionato al lavoro che produce la procura. I tempi questi sono, in quasi tutta Italia”. Subito dopo Gratteri ha spiegato: “L’indagine è partita dalla famiglia Grande Aracri, una famiglia di ‘Ndrangheta di serie A. C’era una intercettazione ambientale dalla quale sono usciti tanti filoni. E in uno dei filoni si è arrivati ad un affare che era quello dei farmaci, quello di creare una rete, una catena di farmacie e parafarmacie per vendere dei farmaci”.