Strage Erba, Azouz Marzouk: “Olindo e Rosa innocenti, riaprire caso” 

Strage Erba, Azouz Marzouk: Olindo e Rosa innocenti, riaprire caso

Fotogramma

Pubblicato il: 25/11/2020 14:42

“Olindo e Rosa sono innocenti, bisogna riaprite il caso perché gli assassini della mia famiglia sono ancora liberi”. A parlare è Azouz Marzouk, sul tavolo degli imputati a Milano con l’accusa di calunnia proprio nei confronti dei coniugi Romano, condannati all’ergastolo in via definitiva per la strage di Erba in cui la sera dell’11 dicembre 2006 morirono sotto i colpi di spranghe e coltelli la moglie Raffaella Castagna, il figlio Youssef di soli 2 anni, la nonna del piccolo Paola Galli e una vicina di casa Valeria Cherubini. Oggi Azouz, tramite i suoi legali, invita la procura a riaccendere i riflettori sulla strage. Non può avanzare istanza di revisione, ma il suo è un appello “a fare giustizia”.

“Nel processo contro Rosa e Olindo è stato messo un virus, da chi non so e non solo per quale motivo, per quali interessi ma so che poteva andare tutto diversamente. Io voglio solo che sia fatta giustizia e per questo sono pronto anche a farmi condannare ancora”, dice l’uomo di origine tunisina che da tempo è tornato a vivere in Italia ed è padre di tre figlie. Per circa due ore Azouz ha risposto alle domande, mettendo in fila i dubbi che ricorda ha nutrito “fin prima della sentenza di primo grado”. In particolare l’uomo, oggi imputato, pone l’accento su alcune questioni: dal racconto dell’unico testimone oculare Mario Frigerio (deceduto nel 2014, ndr), alle tracce ematiche trovate nella corte di via Diaz a Erba – in particolare su una tenda di casa Frigerio -, fino “alle contraddizioni nei verbali dei Castagna. Non è compito mio dare la colpa, per me loro sono delle vittime e non ho mai detto che sono stati loro. Gli assassini sono liberi e io sto facendo questo per la mia famiglia. Non ho letto le sentenze, ma ho letto gli atti e visto tante cose. Spero che ci ascoltino, ammettano le nostre richieste e ci consentano di riaprire il caso”.

I giudici si sono riservati sulla richieste della difesa – la decisione è attesa nella prossima udienza che si terrà il 9 dicembre – ma la vera battaglia di Azouz è che la procura generale ascolti la sua istanza di ammissione di nuove prove – in particolare una perizia sull’attendibilità di testimoniare di Frigerio – che potrebbero poi portare a un’eventuale revisione del processo. Per ora il desiderio di giustizia è costata a Marzouk il processo odierno per calunnia – rischia la condanna e una nuova espulsione dall’Italia – per aver sostenuto che Rosa e Olindo sarebbero stati indotti a confessare. Anche i Castagna lo hanno querelato per diffamazione per le ombre gettate su di loro nonostante 27 giudici, e tre gradi di giudizio, abbiano dato un’identità agli autori della strage di Erba.

Nel settembre 2019 la procura generale ha già respinto la richiesta di Azouz di attivare, raccogliendo nuovi elementi, la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo. L’istanza è stata dichiarata inammissibile dall’avvocato generale Nunzia Gatto, anche perché in primo luogo, in qualità di persona offesa, non ha alcun titolo per richiedere la revisione. Solo una settimana fa, invece, la Corte di Cassazione ha respinto definitivamente il ricorso presentato dai legali di Olindo e Rosa con cui si chiedeva l’analisi dei reperti trovati sul luogo della strage – campioni biologici, un vecchio cellulare e l’accesso ai server per analizzare le registrazioni delle intercettazioni ambientali -. Un no che allontana la possibilità di trovare nuovi elementi per provare a riaprire il processo.