Maradona, suore clausura issano bandiera del Napoli in terrazzo 

Maradona, suore clausura issano bandiera del Napoli in terrazzo

(Foto da Twitter)

Pubblicato il: 26/11/2020 18:50

La bandiera del Napoli sventola sui tetti del convento delle Clarisse Cappuccine. “Omaggio a Maradona, fenomeno irreplicabile”, spiega suor Rosa Lupoli all’Adnkronos. E stasera, per la finale di ritorno dell’Europa League Rijeka – Napoli, le monache di clausura saliranno sul terrazzo per rendere omaggio al ‘Pibe de oro’ con un minuto di silenzio e accendendo un lume come tutti i napoletani.

“Dicono che siamo fuori dal mondo, invece siamo calate nella storia e partecipiamo agli eventi”, argomenta una suor Rosa fieramente tifosa della squadra azzurra. Lei, Diego Maradona non lo ha conosciuto di persona ma il padre, da Ischia, andava al San Paolo di Napoli per non perdere una partita con il campione che oggi piange tutto il mondo.

Suor Rosa ha sposato la ‘fede’ azzurra entrando nel monastero il 5 maggio del ‘90. “Napoli aveva vinto il secondo scudetto il 29 aprile. La città era bardatissima per l’evento – ricorda suor Rosa – quasi non si vedeva il convento”. Oggi la città è invece a lutto. “Non si parla di altro. – registra – Ora un frate argentino mi ha mandato la foto del battesimo di Maradona, avvenuto nella parrocchia argentina della Madonna di Pompei”.

Un consenso pressoché unanime su Maradona. Con qualche sporadica voce contro per segnalare l’uomo di contraddizioni, che faceva uso di cocaina. “E ne ha pagato tutte le conseguenze – dice suor Rosa -. A Napoli lo sapevano tutti e lo hanno fatto fuori però Maradona ha saputo chiedere scusa davanti a milioni di persone alla Bombonera. Ma chi ammette le colpe così come lui? E perché poi avrebbe dovuto farlo visto che non ha danneggiato altri se non se stesso? A Maradona è stato chiesto di vincere coppe e appuntarsi scudetti e lui lo ha fatto, non vedo perché certa gente si accanisca volendo farlo diventare ciò che non è. Era eccessivo ma lui non era un giocatore comune, per sostenere una genialità così grande è finito nell’eccesso. Non è condivisibile, certo, ma lui non ha mai chiesto di essere imitato”.

Più che giusto anche per le suore di clausura legare lo stadio del Napoli al nome di Maradona. “Io avevo già firmato una petizione, poi il sindaco de Magistris ha scavalcato tutti. Se pensiamo che ancora oggi chiamano i figli Diego, anche se non sono di quella generazione, si comprende ancora di più che stiamo parlando di un campione irreplicabile”.