Covid e debiti con il fisco, è possibile cancellarli? 

Covid e debiti con il fisco, è possibile cancellarli?

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 02/12/2020 09:48

Chi ha un debito con il fisco ma versa in gravi difficoltà economiche a causa dell’emergenza Covid potrà beneficiare di un esonero totale o parziale dei pagamenti fiscali e dei contributi dovuti. Lo prevede il decreto Ristori 4, ricorda laleggepertutti.it. Significa che per alcuni contribuenti verranno cancellati i debiti fiscali grazie all’istituzione per il 2021 di un fondo perequativo presso il ministero dell’Economia e delle Finanze.

A fruire di questa importante agevolazione sarà chi ha subìto un drastico calo degli incassi durante i mesi dell’emergenza. I parametri che determineranno l’esonero totale o parziale verranno individuati con un apposito Dpcm al termine di un iter che prevede la proposta del Mef e del ministero dello Sviluppo economico ed il parere delle commissioni parlamentari.

In particolare, bisognerà considerare non solo il calo del fatturato o dei corrispettivi ma anche il modo in cui dovrà essere calcolata la diminuzione degli incassi. Sarà necessario, come spiega ‘Il Sole 24 Ore’, prendere come riferimento le operazioni effettuate in un determinato periodo che hanno contribuito alle liquidazioni periodiche, cui vanno sommati i corrispettivi relativi alle operazioni realizzate negli stessi periodi non rilevanti ai fini Iva.

Fanno parte del fatturato anche le cessioni di beni ammortizzabili. Per le operazioni la cui imposta si calcola con il metodo della ventilazione dei corrispettivi o di fatture al netto di Iva o, ancora, con il regime del margine, l’importo può essere stabilito al lordo dell’Iva.

Chi non ha l’obbligo di fatturazione dovrà fare riferimento ai ricavi considerando le proprie regole che determinano il reddito. Infine, chi svolge più attività dovrà sommare tutti i corrispettivi.

Da segnalare, inoltre, che per quanto riguarda le varie zone istituite dal Dpcm del 3 novembre (gialle, arancioni e rosse) e che hanno condizionato l’attività di esercenti e imprenditori a causa delle chiusure imposte dal decreto, fa fede la situazione al 26 novembre scorso e non quella modificata con la successiva ordinanza del ministero della Salute. Significa che, ai fini delle proroghe e delle sospensioni dei versamenti, vanno considerate zone rosse Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria, Toscana, Abruzzo, Campania e la Provincia autonoma di Bolzano.