Clementi: “Sarà l’ultimo Natale con l’incubo del Covid” 

Clementi: Sarà l'ultimo Natale con l'incubo del Covid

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Pubblicato il: 03/12/2020 19:58

“Sarà l’ultimo Natale con l’incubo del Covid e di questo dobbiamo ringraziare la scienza”. Lo ha detto in una intervista al giornale online Tpi.it Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università San Raffaele di Milano. “La curva epidemica sta regredendo sia negli indici di ospedalizzazione, che forse sono i più importanti, cioè quello del numero degli ospedalizzati totali, e inizia a regredire nell’ospedalizzazione delle terapie intensive. Anche in termini di numero di positivi sui tamponi effettuati c’è una diminuzione importante. C’è quindi un primo, ma ancora insufficiente, miglioramento dal punto di vista epidemico. Dobbiamo perciò continuare su questa strada”.

“Per quanto riguarda le misure, io condivido la filosofia di questo atteggiamento per così dire più ‘chirurgico’ rispetto al lockdown totale alla cinese che abbiamo fatto nella prima ondata e che non teneva conto del diverso andamento territoriale della pandemia. Credo che la filosofia generale sia migliore e mi sembra che i risultati si stiano vedendo. Checché ne dicano alcuni catastrofisti, che io ormai non ascolto neanche più perché tanto quando sai chi sono sai anche che cosa dicono, ovvero che parleranno di terza e quarta ondata o giudizio universale magari perché ci sperano, io mi auguro si possa evitare. Stiamo soffrendo in questo momento con queste misure per cercare di evitarla”, ha aggiunto Clementi.

“A gennaio auspicabilmente inizieremo questa vaccinazione e mi auguro anche che in Italia arrivino presto gli anticorpi monoclonali che negli Usa stanno già utilizzando da tre settimane. Per la vaccinazione di massa ci vorranno diversi mesi e quindi sarà importante mantenere una situazione accettabile dal punto di vista epidemica. Mi auguro non ci sia quindi una terza ondata. Poi non sono di certo un indovino, ma per fortuna non lo sono nemmeno i catastrofisti”.

Quanto ai vaccini, “gli italiani sono bravi in tante cose, ma non sono dei buoni organizzatori. Speriamo ovviamente di sì perché questa è una soluzione, che pagheremo anche cara perché i vaccini non costano tantissimo però vaccinare gran parte della popolazione è anche un bell’impegno economico. Ci sarà poi il problema delle temperature con questa tipologia di vaccini, che sono brillantissimi dal punto di vista tecnico e che per me sono stati entusiasmanti, ma che richiedono una conservazione a temperature bassissime. Tuttavia siamo nel 2020, non potrà certo essere un frigorifero a fermarci”.