Ue: Monti (porto Palermo), ‘grave richiesta Commissione, non è più tempo di confronti’  

Monti (Autorità portuale Sicilia Occidentale): Grave richiesta Ue

Pasqualino Monti

Pubblicato il: 07/12/2020 16:58

“E’ inutile girarci attorno, siamo ormai arrivati allo showdown. Il Governo deve assolutamente prendere la situazione in mano e reagire. Sono decisamente molto preoccupato”. A parlare, in una intervista esclusiva all’Adnkronos è il Presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale Pasqualino Monti che commenta così la richiesta all’Italia della Commissione europea di abolire le esenzioni dall’imposta sulle società concesse alle autorità portuali sul proprio territorio, allineando il proprio regime fiscale alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, entro il primo gennaio 2022. Secondo la Commissione europea “i profitti che le autorità portuali ricavano dalle loro attività economiche devono essere tassati ai sensi delle normali leggi nazionali in materia di tassazione delle società per evitare distorsioni concorrenza”. Ma il Presidente Monti si dice “preoccupato” perché “c’è una data ben precisa” che è il primo gennaio 2022 e la Commissione “nonostante i tanti momenti di confronto con il governo ancora non ha ancora cambiato idea e continua a portare avanti questa idea di ‘copia e incolla’. E’ una situazione che va attenzionata in modo importante e decisa. Perché sarebbe un danno incredibile”. E avverte: “Dobbiamo smetterla con le battaglie di retroguardia”.

“E’ una situazione paradossale – spiega ancora Monti che proprio oggi si trova al Ministero delle Infrastrutture per un nuovo confronto – E’ come se la Commissione europea non abbia compreso la natura giuridica dei nostri enti, delle Autorità portuali. E io lo trovo di una gravità assoluta perché è chiaro che se la risoluzione rimane questa, il primo gennaio del 2022, cambia il panorama nazionale dell’intera politica dei trasporti. La portualità a livello nazionale varia completamente”. “Non si è capito, o forse non si è voluto capire, che noi rappresentiamo lo Stato nelle nostre funzioni, quindi la natura pubblica dei nostri enti. Per cui, fondamentalmente, siamo in una fase nella quale anche il nostro Ministero oggi deve prendere la regia della situazione e cercare con scelte chiare e forti di fare comprendere alla Commissione quello che realmente noi siamo. Ci troviamo di fronte a uno showdown e mi auguro che non arrivi alla Corte di giustizia europea”.

Perché, secondo il Presidente delle Autorità portuali della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti, “se dovessimo continuare ad avere posizioni distanti, è chiaro che l’unico istituto che può decretare la ragione da una parte o dall’altra sarebbe la Corte di giustizia europea”. “Credo che la Commissione abbia fatto un ‘copia e incolla’ delle precedenti decisioni che sono state adottate nei confronti degli altri Stati membri, dove però vige un regime che è totalmente diverso dal nostro – dice ancora Pasqualino Monti – Questo per noi rappresenta l’ultimo stadio. Quindi, se è vero che sono passati 10 mesi da quando dovevamo rispondere ad alcune questioni, è altrettanto vero che è arrivato il Covid, ma oggi anche noi oggi ci troviamo in una situazione nella quale non possiamo tenere i remi in barca, pensando che tanto can che abbaia non morde. No, il morso è arrivato ed è arrivato deciso”.

Ecco perché per Monti “bisogna rispondere in modo altrettanto deciso, io penso che il Ministero saprà rispondere e saprà gestire la questione come merita di essere gestita”.

Secondo Pasqualino Monti la prima cosa che dovrebbe fare il Ministero delle Infrastrutture è “cercare di fare comprendere quale è la natura giuridica dei nostri enti, che non sono imprese e non svolgono attività di impresa. Non è solo il tema fiscale che è di rilievo in questo caso. Il nostro sistema di governance è un sistema in cui i rapporti tra i regolatori e imprese concessionarie non fanno identificare le Autorità come imprese ma come enti, noi non svolgiamo attività di mercato, perché nelle nostre funzioni rappresentiamo lo Stato. Ecco perché non possiamo essere tassati”.

“La concorrenza in questo caso non esiste perché in Italia non facciamo business come accade nel porto di Anversa o Amburgo o Rotterdam, la natura dei nostri enti è totalmente diversa, non facciamo profitti. Anche perché non svolgiamo attività di impresa, cosa dovremmo tassare? Siamo su due linee totalmente differenti, loro applicano a noi facendo copia e incolla misure del Nord Europa, in cui i porti svolgono attività di impresa a differenza di quello che facciamo noi”.

Per Pasqualino Monti “non è più il tempo di confronti con la Commissione ma di andare via e di dire la nostra opposizione in maniera chiara, siamo un fase delicata, ma sono convinto che il Ministero saprà affrontare il tema nei modi e termini che ci consentiranno di superare la vicenda”.