Caso Gregoretti, ecco tutto quello che Toninelli disse su Open Arms 

Caso Gregoretti, ecco tutto quello che Toninelli disse su Open Arms

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 12/12/2020 18:16

“Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini, che vietava l’ingresso, il transito e la sosta della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato, anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico, per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti, esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo”. A pronunciare queste parole il 15 agosto del 2019 fu l’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che oggi, deponendo a Catania all’udienza preliminare sul caso Gregoretti, ha risposto “non ricordo, è passato tanto tempo” alla domanda dell’avvocato Giulia Buongiorno che gli aveva chiesto se “ricordasse di avere firmato questo divieto di ingresso di transito e sosta” per la nave Open Arms, “poi annullato dal Tar”.

Lo stesso giorno, in un post su Facebook, Toninelli scrisse: “La mia, la nostra linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici; poi l’Europa, e in primis la Spagna la cui bandiera sventola sulla Open Arms, inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti che sono a bordo della nave. Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo, che sono in situazione di pericolo, come chiesto dal Presidente del Consiglio e come prevede la legge, che giustamente impone sempre la tutela dei minori e la loro protezione”.

Tre giorni dopo, l’allora ministro tornò sulla vicenda: “Un Paese che consente a una Ong di issare la propria bandiera su una nave, poi non si può girare dall’altra parte. Grazie dunque alla Spagna per aver offerto un porto alla Open Arms, anche se con troppi giorni di ritardo. La nostra Guardia Costiera è ora a disposizione, ed è pronta ad accompagnare l’Ong verso il porto spagnolo, con tutto il sostegno tecnico necessario, per far sbarcare lì tutti i migranti a bordo”, auspicando che “il comandante della nave non si opponga. Sarebbe del tutto incomprensibile”.

Toninelli è intervenuto più volte per commentare la vicenda Open Arms. “Basta – disse in un’occasione – con questi tira e molla con Paesi Ue che puntualmente fanno finta di non vedere e non sentire e lasciano sola l’Italia a gestire il fenomeno migratorio che, invece, riguarda tutta l’Europa. E quanto mai necessario e impellente cambiare il Regolamento di Dublino”. E ancora: “Ci siamo messi a disposizione con la Guardia Costiera per accompagnare la Open Arms in Spagna, per offrire supporto tecnico e per trasportare parte dei migranti a bordo di una nostra imbarcazione per il viaggio”.

Lo stesso Toninelli poi scrisse: “La Ong ha incredibilmente rifiutato, con un atteggiamento che fa sospettare ci sia malafede da parte loro. A questo punto facciamo un ulteriore passo in avanti: siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms. La Spagna però faccia prima, a sua volta, un passo in avanti e tolga immediatamente la sua bandiera dalla nave della Ong”. E poi: “Stiamo lavorando ancora in queste ore per sbloccare al più presto la situazione della Open Arms. Ho avuto proprio poco fa una interlocuzione con la Spagna e attendo che il governo spagnolo risponda alla nostra richiesta facendo tutto ciò che è necessario per fermare la Ong. Auspico che lo faccia al più presto, nelle prossime ore, perché la situazione a bordo della Open Arms è diventata insostenibile: per le donne e gli uomini a bordo ormai da 19 giorni, e per l’Italia che deve gestire la situazione da sola”.

Ed è di nuovo l’ex ministro a scrivere del caso Open Arms: “C’è un dato politico da registrare: mentre in precedenza gli altri Paesi europei, prima dello sbarco, davano la disponibilità ad accogliere una parte di migranti, ora invece ci dicono prima di sbarcarli a Lampedusa e poi si vedrà. Stanno ricominciando a voltarci le spalle e questo ha un unico responsabile: Matteo Salvini, che ha indebolito il Governo e, di conseguenza, la nostra posizione in Europa”.

Poi il ministro evidenziò: “Siamo da giorni al lavoro per trovare una soluzione per la Open Arms e porre fine a una situazione ormai diventata insostenibile per i migranti, a bordo da 19 giorni, e per l’Italia, da sola a gestire il caso. Grazie alle nostre interlocuzioni di questi giorni, la Spagna ha annunciato l’invio di una propria nave militare per trasportare i migranti della Open Arms sulle coste iberiche. Bene, una buona notizia, frutto del nostro lavoro, volto a far sì che gli altri Paesi europei non si voltino dall’altra parte ma gestiscano collegialmente, tutti insieme e insieme all’Italia, il fenomeno migratorio. Auspico ora che il Governo spagnolo, con cui ho interloquito direttamente in queste ore, risponda al nostro appello e si impegni a fermare da subito e per il futuro la Open Arms, con i mezzi e i modi che ritiene più opportuni”.

E poi ancora, nel corso di un’intervista televisiva, affermò: “Era l’estate del 2018, e io con Salvini ci parlavo al telefono costantemente, perché io gestivo le navi fino all’attracco a terra e lui gestiva la sicurezza e l’ordine pubblico a terra, e si parlava con Conte. Quando lui ha fatto casino con l’Open Arms, siamo ad agosto 2019, non lo vedevamo più in Cdm da circa 17 o 18 di luglio (…), aveva già creato una crisi di governo e ha fatto tutto da solo”.

Più in generale, in una diversa intervista del luglio 2018 (quindi l’anno prima della vicenda Open Arms), Toninelli dichiarò: “Qua non è una questione di aprire o chiudere i porti, è una questione di intervenire nel mare internazionale in sicurezza e legalità. Siamo arrivati noi con questo governo, abbiamo verificato che alcune Ong avevano barche, navi, non conformi per motivi di sicurezza al regolamento fatto dal precedente governo, e quindi non potevano a salvare i migranti”.