Fdi, l’Economist: “Va alla grande” 

Fdi, l'Economist: Va alla grande

(Fotogramma)

Pubblicato il: 13/12/2020 13:22

Se il governo Conte dovesse cadere, le elezioni potrebbero portare a un esecutivo tutto a destra con una coalizione formata dai Fratelli di Italia e dalla Lega di Matteo Salvini, che resta in testa nei sondaggi con circa il 24 per cento delle preferenze. Lo scrive l’Economist enfatizzando già nel titolo che ”Fratelli d’Italia sta andando alla grande” e chiedendosi se potrebbero formare una coalizione di governo con la Lega. ”Il sostegno a Fratelli d’Italia viene soprattutto dal centro e dal sud” Italia, scrive l’Economist, mentre ”la base della Lega è in gran parte al nord. Insieme potrebbero fare una combinazione formidabile”. L’Economist parte con un ritratto di Giorgia Meloni, ”che all’età di 15 anni ha scelto di unirsi alla sezione giovanile del Movimento sociale italiano (Msi), eredi diretti del Partito Fascista e del suo leader, Benito Mussolini, che governò l’Italia come dittatore fino al 1943”.

Oggi, Meloni è leader di Fratelli d’Italia, il partito che ”più di tutti ha beneficiato della pandemia di Covid-19”, scrive l’Economist, sottolineando come ”da fine febbraio il partito è salito costantemente nei sondaggi, da circa il 12 per cento a oltre il 16 per cento” e ha ”superato il partito anti-establishment del Movimento Cinque Stelle, teoricamente partner senior della coalizione di governo di Giuseppe Conte”.

L’Economist cita poi il sondaggista Antonio Noto, secondo il quale Fratelli d’Italia si sta ”affermando saldamente come terzo partito italiano”. E ”non è impensabile che possa presto diventare il secondo”, scrive il giornale citando alcuni ”recenti sondaggi che hanno messo il partito della Meloni a solo quattro punti di distanza dal Partito democratico di centrosinistra, anch’esso nel governo”. L’Economist descrive quindi la coalizione di Conte ”sempre più fragile”.

La popolarità di Fdi è cresciuta in modo consequenziale al calo del sostegno alla Lega di Matteo Salvini, ”la cui aspra spettacolarità si è scontrata con un elettorato impaurito dal virus e dalle sue ripercussioni economiche”. L’Economist cita anche l’enfasi posta da Salvini sull’immigrazione illegale, sottolineando però come gli sbarchi di quest’anno siano decisamente inferiori ai 181mila migranti arrivati sulle coste italiane nel 2017.

A favore della Meloni, secondo l’Economist, anche il suo uso di un linguaggio più ”sobrio e pacato”, tipico di un movimento che nelle elezioni generali di due anni fa ha ottenuto meno del cinque per cento dei voti. Il settimanale non manca di sottolineare come ”Fratelli d’Italia potrebbe essere un nome piuttosto strano per un partito guidato da una donna”, ma sottolinea il fatto che la Meloni sia ”nazionalista appassionata” e ricorda il motto ‘Dio, patria e famiglia’. Prioritario, nel suo programma in 15 punti, è infatti il sostegno alle famiglie, ricorda l’Economist, sottolineando come intenda aumentare il tasso di natalità in modo che l’Italia non debba più aver bisogno dei lavoratori immigrati e come sia contraria alla cittadinanza italiana per i bambini nati da genitori stranieri.

L’Economist ricorda infine la genesi di Fratelli d’Italia, avvenuta nel 2012 per separazione dall’alleanza formata da Silvio Berlusconi ‘Popolo della libertà’. Dal 2014 Fratelli d’Italia è guidata dalla Meloni che, sottolinea l’Economist, ”a differenza di Salvini ha minimizzato il suo euroscetticismo” e ”anche in altri contesti ha dato al suo partito un’immagine più moderata”. Viene quindi infine ricordata la sua elezione alla guida del Partito dei conservatori e riformisti europei (Ecr).