Calcioscommesse, giudice Salvini: “Inchiesta Cremona? Giustizia non va, c’è chi ha patteggiato” 

Calcioscommesse, giudice Salvini: Inchiesta Cremona? Giustizia non va, c'è chi ha patteggiato

Pubblicato il: 16/12/2020 17:16

“Nell’indagine sul Calcioscommesse ci sono state quasi 60 confessioni di calciatori che hanno raccontato come sono state truccate le partite di serie A, serie B e Lega Pro, ci sono centinaia di pagine di confessioni che raccontano come sono state manipolate decine di partite, chi corrompeva i giocatori – i cosiddetti ‘zingari’ (nelle carte dell’inchiesta) dei paese dell’ex est europeo – sono addirittura venuti dall’estero, dall’Ungheria e dalla Croazia per costituirsi e raccontare come corrompevano con decine di migliaia di euro i giocatori”. Il magistrato Guido Salvini ricorda tutti i fatti analizzate sul Calcioscommesse e commenta così all’Adnkronos la decisione dei giudici di dichiarare prescritto il procedimento nei confronti degli ultimi cinque imputati tra cui l’ex calciatore Beppe Signori. Salvini è il giudice che nel 2011 si è trovato a dover decidere su uno dei più grandi scandali che ha coinvolto il calcio e che portò il procuratore capo Roberto Di Martino a formulare le ipotesi di accusa nei confronti di un centinaio di indagati.

“Le sentenze disciplinari della Giustizia sportiva nei confronti dei giocatori e delle squadre sono state rapide e molto severe. Una quindicina di imputati hanno patteggiato condanne alla fine delle indagini. Un fenomeno di corruzione che si stava estendendo a tutti i campionati è stato bloccato e molte squadre hanno approntato strumenti preventivi”, aggiunge.

“Ma se poi la giustizia in più di 9 anni non riesce a giungere ad una sentenza di primo grado sulle accuse e chiude tutto per prescrizione come un arbitro che fischia il finale di partita – conclude il giudice Salvini all’Adnkronos – qualcosa davvero nel nostro meccanismo non funziona. E questo è un incentivo a far ripartire un fenomeno che svilisce il mondo del calcio e i tifosi che credono in uno sport onesto”, conclude il giudice Guido Salvini.

(di Antonella Ferrante)