Statali e smart working, Cgil: “Non va considerato premio” 

Statali e smart working, Cgil: Non va considerato premio

(Fotogramma)

Pubblicato il: 22/12/2020 17:07

I sindacati contro “l’idea di utilizzare lo smart working come premio” per i dipendenti pubblici. E’ la posizione che esprime la Funzione Pubblica Cgil in una lunga nota.s “Altro che innovazione, qui siamo alla restaurazione. Cade la maschera della ministra Dadone: nulla di nuovo, ricette vecchie come il cucco. Abbiamo letto con stupore le notizie e le parole della ministra, ricevendo così la conferma che non c’è nulla di innovativo rispetto all’approccio che si ha nei confronti della riforma della Pubblica amministrazione, della sua digitalizzazione e della valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore pubblico”, si legge.

“A tutti i ‘soloni’ che nelle scorse settimane attaccavano le organizzazioni sindacali – prosegue il sindacato – che si mobilitavano denunciando l’insufficienza delle misure messe in campo dal governo per il rilancio e la riqualificazione della Pa, adesso diciamo: potete leggere nero su bianco che la ricetta del governo non è sicuramente all’altezza di una mobilitazione importante del settore pubblico per capitalizzare al meglio il Recovery Fund, insieme agli altri investimenti pubblici e risorse europee, che potevano rappresentare una svolta per le pubbliche amministrazioni”.

Per la Fp Cgil “rimane un nodo critico, quello relativo all’occupazione nel settore pubblico: non c’è alcun piano assunzionale straordinario nella legge di Bilancio, anzi non si copre neanche il turn over al 100% delle amministrazioni dello Stato. C’è qualche piccola deroga sulle assunzioni in aree specifiche, come nella sanità o nella polizia locale, ma assolutamente insufficienti a dare risposte ai cittadini, né tantomeno a costituire quell’elemento sul quale appoggiare una riforma della Pa”.

Inoltre, aggiunge, “dal punto di vista organizzativo l’idea di utilizzare, o meglio brandire, lo smart working come premio o punizione nasconde dietro l’idea che non c’è alcun investimento nel cambiamento e nella digitalizzazione ma solo un modo per rieditare le pagelle di brunettiana memoria”.

Sul fronte sicurezza, la Fp Cgil lancia “un grido di allarme: nessuna misura è stata adottata. Anzi nei confronti che si stanno avendo nei vari ministeri, non c’è alcuna risposta positiva rispetto alle rivendicazioni sindacali di elevare il livello di protezione e sicurezza per chi opera nei servizi essenziali. Guardando a quello che accadrà nelle prossime ore, quando il nostro paese dovrà rispondere alle necessità dei cittadini anche durante le festività con lavoratori pubblici dei servizi essenziali oramai allo stremo, riteniamo assolutamente inaccettabile che non si sia affrontato in via emergenziale il tema dell’innalzamento del livello di protezione dei lavoratori pubblici, a partire dalla sanità e di tutti gli operatori di prossimità”.