Covid carceri, allarme Caritas: “Sovraffollamento e aumento positivi” 

Covid carceri, allarme Caritas: Sovraffollamento e aumento positivi

(Fotogramma)

Pubblicato il: 28/12/2020 13:35

È allarme sovraffollamento e aumento dei contagi nelle carceri lombarde. Lo denuncia Caritas ambrosiana che parla di numeri “ancora oltre i limiti di guardia”, di “un aumento dei positivi al Covid rispetto alla prima ondata, di misure coercitive assunte in nome della sicurezza sanitaria, della sospensione di alcune attività risocializzati come la scuola e di servizi essenziali affidati ai volontari, la cui presenza è stata drasticamente ridimensionata in nome della sicurezza sanitaria”. La denuncia coinvolge gli istituti penitenziari di San Vittore, Bollate e Opera.

Secondo le informazioni raccolte dagli operatori, le persone detenute positive al coronavirus nelle tre carceri milanesi sarebbero attualmente circa 260 (il 7,7%), una percentuale più elevata di quella che si era registrata durante la primavera che solo in parte si spiega con i trasferimenti di persone contagiate dagli altri istituti della regione nei due reparti sanitari (Covid Hub) che sono stati allestiti nel frattempo a Bollate e San Vittore.

“Nonostante il calo della popolazione carceraria dell’8% rispetto a quella registrata all’inizio dell’anno, quindi prima dell’emergenza sanitaria, permane, invece, una situazione di sovraffollamento: i posti teoricamente disponibili sono solo 2.923 a fonte dei 3.400 detenuti presenti. Una condizione fortemente aggravata dalla riorganizzazione degli spazi legata alla necessità di predisporre reparti sanitari per gli ammalati e per l’isolamento dei detenuti positivi al Covid-19. Per liberare questi spazi – spiegano gli operatori – molti reclusi sono stati trasferiti in altri reparti, trovandosi così a condividere la cella con più persone di prima. Una scelta che ha provocato persino nel carcere di Milano Bollate situazioni critiche”.

Uno degli aspetti che più preoccupa gli operatori della Caritas Ambrosiana riguarda “la chiusura della scuola e di gran parte delle attività lavorative, culturali, ricreative e di sostegno psicologico, sociale che nei tre istituti erano garantite dalla presenza di operatori esterni all’amministrazione penitenziaria e dei volontari. Le attività scolastiche sono ferme e non è, a oggi, stata attivata alcuna forma di didattica a distanza, le attività trattamentali sono ridotte al lumicino”.

La diminuzione dei volontari ammessi ad entrare in carcere ha determinato poi “un calo nell’erogazione di alcuni servizi di aiuto materiale come la distribuzione di indumenti e prodotti per l’igiene personale (che l’amministrazione penitenziaria non riesce a garantire, nemmeno per quei prodotti essenziali previsti dalla normativa). Dalle informazioni raccolte dagli operatori risulta che la situazione sia particolarmente critica nella casa circondariale di San Vittore, dove molti detenuti non hanno ancora ricevuto abiti adatti per proteggersi dal freddo”.