Governo, Rotondi: “Finirà presto, Renzi vuole la testa di Conte” 

Governo, Rotondi: Finirà presto, Renzi vuole la testa di Conte

Fotogramma /Ipa

Pubblicato il: 02/01/2021 15:06

Scommettere sul governo di unità nazionale? Soldi buttati. La legislatura finirà presto e dal duello Conte-Renzi, come nel 94′, uscirà un outsider che rimetterà in discussione vecchi e nuovi assetti politici e alleanze. Lo dice in un’intervista all’Adnkronos, Gianfranco Rotondi, vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e presidente della fondazione Dc, esprimendo un giudizio sulle fibrillazioni nel governo e nella maggioranza. “Il governo – prevede – cadrà per incompatibilità politica non su una questione pratica che, in apparenza, sembra la ragione del conflitto. Renzi è assetato di sangue, vuole la testa di Conte. La politica è sangue ma, come diceva Rino Formica, è anche altro. Conte ci naviga in mezzo da due anni. Penso che Conte abbia una cultura democristiana e abbia le capacità per gestire una situazione del genere. Nella grammatica dc si diceva che ‘il nemico o lo affronti o te lo fai piacere’ ma, se lo affronti, devi essere certo di batterlo e non mi pare il caso del governo. Tra Renzi e Conte io scommetterei più sulla vittoria del primo che non del secondo“.

La strategia di Renzi, secondo Rotondi, è semplice, alzare i toni “perché interpretare la parte distruttiva è più facile che impersonare quella costruttiva. Non sto a discutere la posizione di Renzi, perché se anche non condivido il suo modo di agire, posso capire le sue mosse”. Il leader di Iv “non ritiene Conte all’altezza della situazione e Conte lo sapeva fin dall’inizio e lo sapeva così bene che avrebbe dovuto escogitare le contromosse per salvare la pelle. Per questo penso che a Conte (e anche a Renzi) convenga incontrarsi sulla politica, non sull’attività di governo”.

“Il nodo che condiziona le legislatura – insiste l’esponente di Fi – è politico. Si è detto e scritto che Renzi sia uscito dal Pd per presidiare in Italia la cosidetta area Macron. Abbiamo visto bene, specie negli ultimi mesi, che in Europa esiste un’area elettorale che si colloca tra sovranisti e sinistra. Si tratta di un fenomeno composito e non è rappresentato da un solo partito: in Europa, prima c’è stato Macron, ma ora specie nelle elezioni amministrative e locali, avanzano i Verdi come è avvenuto in Germania. “In Italia Renzi vorrebbe presidiare questo bacino elettorale ma forse pensa che, restando alla guida del governo, Conte possa insidiare questa sua leadership. Detta così e con una battuta, sembrerebbe più che una disputa politica è una lite per una licenzia edilizia finalizzata alla costruzione di questa nuova area politica.

Sulla nascita di un governo di un’unità nazionale – aggiunge Rotondi – non scommetterei un centesimo. Come cade il governo si va a votare, si scopriranno le intenzioni di Renzi e conosceremo il partito vero per cui Renzi ha deciso di uscire dal Pd. Renzi aspetta Conte al varco, nel momento in cui Conte uscirà allo scoperto, la legislatura è chiusa. Conte annuncerà di essere in campo con un suo partito e Meloni e Salvini saranno appagati perché la parola passerà nelle mani del popolo”.

“Io non credo a un’agonia prolungata del governo e della maggioranza. Ritengo che la soluzione della vicenda si presenterà a breve. Ripeto: il nodo è politico, dietro al Recovery Fund, al coordinamento dei Servizi di Sicurezza o al Mes c’è la concreta determinazione di Renzi che vuole sbarazzarsi di Conte, che è il suo concorrente nella costruzione del Partito degli italiani”.

“Anche se sono passati più di 25 anni – continua il vice capogruppo Fi – vedo molte analogie con il 1994. Si scioglieranno le Camere e spunterà qualcuno che spariglierà le carte del tavolo elettorale. Scenderà in campo qualcuno che si ha l’ambizione e il progetto di presidiare quel vasto campo politico collocato tra sovranismo e sinistra tradizionale. Renzi pensa di essere lui; Conte non vuole essere lui, ma le circostanze lo costringeranno a scendere in campo”. “C’è un’ultima variabile: se Conte e Renzi escono distrutti dalla lotta che hanno ingaggiato, allora come nel ’94 – come avvenne con Silvio Barlusconi – c’è lo spazio per la discesa in campo di una faccia nuova. Chi è? Io lo so ma non lo dico. Di sicuro lo scopriremo presto, perché la legislatura non durerà tanto”, conclude Rotondi.