Nucleare in Italia, Cinelli Colombini: “Sbalordita da proposta deposito scorie in Val d’Orcia” 

Nucleare in Italia, Cinelli Colombini: Sbalordita da proposta deposito scorie in Val d'Orcia

Pubblicato il: 05/01/2021 22:21

La proposta di creare un deposito per le scorie radioattive in Val d’Orcia “sbalordisce” Donatella Cinelli Colombini, imprenditrice vinicola a Trequanda e docente universitaria di enoturismo, interpellata dall’Adnkronos, dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), che individua tra le zone dove localizzare in Italia il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi anche un sito tra Pienza e Trequanda. Un territorio quello della Val d’Orcia a cui “è stato conferito il riconoscimento di patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2004 per l’integrità del suo paesaggio rurale”.

“Sono poco distanti alcuni dei luoghi icona della campagna toscana, così come i luoghi dove sono stati girati i film ‘Il paziente inglese’ e ‘Il gladiatore’ incantando il mondo intero per un paesaggio di assoluta integrità, che sembra sospeso nel tempo. – sottolinea Cinelli Colombini ideatrice anche del Movimento turismo del Vino e di Cantine Aperte- Infatti nel 2018 la campagna intorno a Trequanda ha ricevuto dal ministero delle Politiche Agricole il riconoscimento di ‘Paesaggio rurale storico della Toscana’”.

“I parametri di scelta di Sogin sono 4: trasporti terrestri, insediamenti antropici, valenze agrarie, valenze naturali. – osserva l’imprenditrice – Le colline fra Pienza e Trequanda sono considerate favorevoli sul primo dei fattori di scelta mentre sono ‘meno favorevoli’ sugli altri 3 parametri. Ma anche sui collegamenti ci sarebbero da fare delle riflessioni, infatti, se il nodo stradale è considerato vicino quello ferroviario è invece costituito dalla linea a un binario da Siena a Grosseto che viene usato quasi solo dal Treno Natura, cioè da un servizio per turisti. C’è da chiedersi se il piano di Sogin sia anche quello di trasportare materiale radioattivo su una linea ottocentesca che non ha più neanche le sbarre dei passaggi a livello agli attraversamenti stradali”.

Per non parlare poi delle eccellenze enogastronomiche e del turismo che verrebbero compromesse per sempre “facendo fare un salto indietro di cinquant’anni a tutta la zona e rimandandola nella miseria”. “Ancora più stupefacente – prosegue l’esperta – è il contrasto fra la normativa di vincoli a tutela del paesaggio che è strettamente rispettata dai cittadini e un progetto con 90 costruzioni di calcestruzzo” conclude Cinelli Colombini.