Usa: Harris (Cabot University), ‘Pence con 25esimo emendamento ha futuro politico’  

Esperta diritto Usa, 'Pence con 25esimo emendamento ha futuro politico'

(Afp)

Pubblicato il: 07/01/2021 19:16

Discussa, ventilata, contestata sin dall’inizio della presidenza la via del 25esimo emendamento per rimuovere Donald Trump è “più percorribile che mai ora a due settimane dalla fine del suo mandato”. Ne è convinta Pamela Harris, docente di Diritto Pubblico alla John Cabot University di Roma, che commenta con l’Adnkronos le reazioni alle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, dei sostenitori di Trump che assaltavano, vandalizzavano ed occupavano il Congresso.

“E’ stato agghiacciante – prosegue la costituzionalista americana – a livello dell’11 settembre, l’immagine della dissacrazione della nostra democrazia”. Esprimendo la convinzione che il presidente “abbia incitato questa violenza” e che sia anche “molto orgoglioso” di averlo fatto, Harris quindi crede che in questo momento per il vice presidente Mike Pence vi sia “un forte incentivo” a prendere l’iniziativa di invocare, per la prima volta nella storia americana, la quarta sezione dell’emendamento che dal 1967 regola il passaggio dei poteri al vice presidente nel caso che il presidente venga dichiarato incapacitato.

“Pence avrebbe più interesse che mai a posizionarsi come un repubblicano con un futuro, se vuole averlo lui e i repubblicani devono distanziarsi da Trump che è in caduta”, spiega Harris riconoscendo che comunque potrebbe “non essere una cosa facile” ottenere il sostegno per il 25esimo emendamento.

“Non è chiaro se ci siano i numeri, perché vi sono ministri con una fedeltà molto personale al presidente”, continua, ricordando che per attivare la rimozione del presidente il vice presidente deve “sollecitare la maggioranza del consiglio esecutivo, vale a dire 8 su 15 ministri”.

Harris poi non concorda con chi ritiene che la via del 25esimo emendamento potrebbe essere controproducente a meno di due settimane alla fine naturale del mandato di Trump: “I rischi ci sono – ammette – ma credo che a questo punto sia più rischioso lasciarlo al potere, rimane il commander in chief e potrebbe fino alla fine invocare l’Insurrection Act e dichiarare la legge marziale”. Il fatto che Trump oggi si sia impegnato ad accettare la transizione “non significa niente, non è un uomo che mantiene la sua parola”.

Riguardi ai fatti di ieri, Harris è convinta che oltre alle indagini penali il “Congresso controllato dai democratici avvierà delle inchieste”. E sulle polemiche riguardo al mancato controllo da parte delle forze dell’ordine, “la questione più importante è capire come sia successo, come è stato possibile che abbiano lasciato entrare queste persone”, aggiunge sottolineando che ci sono anche immagini della resistenza della polizia e del tentativo di contrastare la rivolta.

E infine non esclude che, nell’ambito della ricerca della responsabilità politiche dell’assalto, “si possa arrivare ad un incriminazione per sedizione ed incitamento alla violenza” per l’ormai ex presidente Trump. “Lui ha incitato alla violenza, è molto orgoglioso di quello che ha combinato ieri – conclude – io fino a ieri avrei escluso che il dipartimento di Giustizia potesse procedere contro di lui, ma dopo quello che è successo ieri non lo escludo”.