Recovery, operatori Turismo: “8 mld con la Cultura sono ancora pochi, non vogliamo caramelle” 

Recovery, operatori Turismo: 8 mld con la Cultura sono ancora pochi, non vogliamo caramelle

Pubblicato il: 08/01/2021 18:46

La filiera del turismo saluta tiepidamente la nuova iniezione di risorse nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) che dovrà impiegare le risorse del Recovery Fund. Otto miliardi rispetto ai 3 iniziali sono già un segnale ma sono ancora troppo pochi considerando che vanno spartiti con la Cultura, secondo quanto si evince dalla bozza inviata ieri alle forze di maggioranza, laddove si prevede nelle tabelle che 1,90 mld sono destinati a Cultura 4.0, altri 3,4 mld a siti minori, aree rurali e perfierie e 2,70 mld per i “grandi attrattori turistico-culturali”. Ed è così che alcuni dei principali rappresentanti delle aziende del turismo, interpellati dall’Adnkronos, attendono le prossime mosse del governo, ovvero capire a che c osa saranno destinati realmente i fondi.

Non siamo ancora soddisfatti sulle somme destinate al turismo. E’ ancora poco rispetto al fatto che il turismo rappresenta il 13,5% del Pil. Otto miliardi sono pochi sia per il Turismo che per la Cultura”. E’ l’opinione di Vittorio Messina, presidente di Assoturismo-Confesercenti. “Noi non vogliamo assistenzialismo ma fondi per gli investimenti” sottolinea l’imprenditore che guida l’associazione dell’intersa filiera turistica, dai ristoranti, agli alberghi, dalle strutture ricettive agli stabilimenti balneari, alle agenzie di viaggi. “Qui si tratta di destinare cifre importanti per una ripartenza in tempi più o meno brevi per garantire l’esistenza in vita delle imprese della filiera del turismo”.

Gli albergatori sono sulla stessa lunghezza d’onda, perplessità e parziale soddisfazione circola nell’ambiente dell’ospitalità. Per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi-Confcommercio,“sicuramente va apprezzato l’aumento dell’importo dedicato a Turismo e Cultura ma, capire cosa faranno con gli importi riportati nelle tabelle è un altro tema”. Ad esempio: per i “Grandi attrattori turistico-culturali” vengono stanziati 2,7 miliardi, ma commenta Bocca: “non capiamo chi siano e, siccome la sensibilità del Mibact è tendenzialmente maggiore sull’aspetto cultura piuttosto che sul turismo, se siamo indecisi tra un museo e un albergo la mia paura è che sia un museo…”. Inoltre Bocca ribatte sull’allargamento del superbonus 110% per gli alberghi che ancora non c’è.

“L’aumento degli stanziamenti per turismo e cultura è un primo segnale, ma a fronte di una crisi così grave e profonda, anche queste risorse non sembrano adeguate” afferma Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente dell’associazione italiana Confindustria Alberghi. “Il settore ha bisogno di interventi consistenti,- sostiene – immediatamente destinati alle imprese che sono il motore di questo mondo e di un piano strategico di ampio respiro necessario a ricostruire un solido futuro”.

Qualche spiraglio in più sembra scorgere Federturismo. “La decisione di queste ore di portare ad 8 miliardi i fondi destinati a turismo e cultura nel Recovery plan, anche se ancora non proporzionata alla grave crisi che sta vivendo il comparto, è una notizia che ci fa finalmente tirare un sospiro di sollievo”. E’ quanto dichiara la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli. “Di questo passo in avanti ringraziamo il Presidente Mattarella e diamo merito al Ministro Franceschini e al Governo per aver capito la gravità della situazione, – prosegue -aver ascoltato le richieste di tutte le imprese del turismo ed aver dimostrato sensibilità per un settore fondamentale per l’economia che non può rimanere fuori dalle priorità dell’Italia”. “Ora occorre, però, non perdere tempo e rivolgere una particolare attenzione ai progetti specifici velocizzando il processo” conclude Lalli.

(di Cristina Armeni)