Jovanotti: “Mia figlia ha vinto la malattia, è stata pazzesca”  

“Oggi la mia Teresa ha voluto raccontare la sua storia degli ultimi sette mesi. Ieri gli esami di fine terapia hanno detto che la malattia se n’è andata, oggi per noi è un giorno bellissimo, lei è stata pazzesca”. Jovanotti sui suoi profili social rivela quello che la figlia Teresa, di 22 anni, ha affrontato negli ultimi sette mesi: la chemioterapia per curare il linfoma di Hodgkin. “Teresa e la sua mamma sono state due tigri in questi mesi, sono così fiero di loro. Grazie a tutti davvero a tutti voi! La ‘pet’ di ieri ha detto che la malattia non c’è più. Ora cominciamo!”, aggiunge su Instagram.

Lasciando poi la parola a quello che la stessa Teresa ha scritto: “Per gli ultimi sette mesi ho tenuto un segreto, faccio fatica a raccontare una storia prima di conoscerne la fine. Il 3 luglio 2020 mi è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin, un tumore del sistema linfatico. Tutto è iniziato ad agosto del 2019 con uno prurito alle gambe. Non ci ho dato peso pensando che sarebbe andato via con il tempo, ma non è stato così. I mesi passavano e non faceva che peggiorare. A giugno 2020 si era sparso per tutto il corpo, non riuscivo a dormire più di un paio d’ore a notte, avevo la pelle piagata. Quando mi si è ingrossato un linfonodo sono il braccio ho capito che era qualcosa di più serio e questo ha portato finalmente ad una diagnosi e ad un piano di cure. In questi ultimi mesi ho fatto 6 cicli di chemioterapia seguita dai meravigliosi dottori ed infermieri dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano. La chemio non mi ha fatto cadere i capelli del tutto, ma il 9 dicembre dopo l’ultimo trattamento ho deciso di rasarmi come segno di un nuovo inizio. Dopo mesi di ansie e paure la storia è finita, e posso raccontarla, perché da ieri, 12 gennaio 2021 sono ufficialmente guarita”.

“Sono stata incredibilmente fortunata ad avere una famiglia, amici e team di medici spettacolare che mi hanno seguito e aiutato durante tutti questi mesi”, dice Teresa Cherubini, ringraziando tutto lo staff medico che l’ha presa in cura e i genitori “che ci sono sempre stati”. “Per un certo verso il cancro è una malattia molto solitaria, ma il supporto di chi ti sta vicino è fondamentale per superarla, io non ce l’avrei fatta senza di loro. La paura non è andata via, e ci vorrà del tempo perché possa fidarmi di nuovo del mio corpo, ma non vedo l’ora di ricominciare a vivere”, conclude.