Vaccino Moderna, nei trial si valuta terza dose ‘booster’  

(Adnkronos)

Moderna sta proponendo una terza iniezione di vaccino anti-Covid alle persone che hanno ricevuto le due dosi nella prima sperimentazione clinica di fase 1. Viene definita dose ‘booster’, è una sorta di richiamo e verrebbe somministrato come parte di uno studio continuo finalizzato a determinare se sono necessarie vaccinazioni ripetute e se sono sicure ed efficaci, ha spiegato l’azienda.

I vaccini prodotti da Moderna e Pfizer, che utilizzano l’Rna messaggero, hanno dimostrato negli studi clinici un’efficacia intorno al 95% nel prevenire casi sintomatici di Covid-19 con un regime a due dosi. Ma non sono stati utilizzati abbastanza a lungo per dire quanto duri l’immunità e se saranno necessari ulteriori richiami. “Prevediamo che una dose aggiuntiva potrebbe aumentare ulteriormente i livelli di anticorpi neutralizzanti, se fosse necessaria una tale spinta, e che questo dovrebbe essere un vantaggio dei vaccini a mRna”, ha dichiarato Colleen Hussey, portavoce di Moderna, secondo quanto riporta il ‘New York Times’ online.

I booster sono stati offerti ai partecipanti dopo 6-12 mesi dalla seconda iniezione. I volontari nelle prime sperimentazioni hanno ricevuto diversi dosaggi nel tentativo dell’azienda di calibrare la quantità più efficace di ingrediente attivo da utilizzare. Il vaccino Moderna ha infine ricevuto il via libera per due dosi di 100 microgrammi di mRna ciascuna. Dunque i volontari che hanno ottenuto dosi più basse potrebbero trarre particolare vantaggio dalla terza iniezione, ha evidenziato Akiko Iwasaki, immunologo all’Università di Yale.

“Se l’accumulo di dati sulla persistenza degli anticorpi indica che ciò è garantito”, i booster potrebbero essere studiati anche nelle persone che hanno preso parte al successivo studio di fase 3 condotto su 30mila partecipanti, ha aggiunto Moderna nella sua dichiarazione. Secondo quanto riferito nel corso di una conferenza questa settimana, si pensa che la protezione del vaccino dovrebbe durare almeno un anno. Ma Stephane Bancel, Chief Executive di Moderna, ha anche dichiarato in un’intervista alla ‘Cnbc’ che il vaccino potrebbe dover essere modificato in futuro per immunizzare contro nuove varianti o ceppi di coronavirus. Succederebbe proprio come con i vaccini antinfluenzali, che vengono regolarmente rinnovati.