Covid, Ue preoccupata per varianti: no a viaggi non essenziali  

(Adnkronos)

Siamo sempre più preoccupati per le diverse varianti del coronavirus. Dobbiamo avere una migliore conoscenza della reale diffusione di queste varianti nell’Ue: per questo servono più test e più sequenziamento”. A sottolinearlo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in conferenza stampa a Bruxelles al termine della videoconferenza dei capi di Stato e di governo dell’Ue. “Oggi quasi tutti gli Stati membri sequenziano meno dell’1% dei test positivi, solo due Stati membri sono al 10%. E’ troppo poco: dobbiamo aumentare il sequenziamento fino almeno al 5% dei test positivi. La Commissione sosterrà questi sforzi tramite l’Ecdc e finanziamenti mirati”, sottolinea aggiungendo: “La situazione sanitaria in Europa resta molto seria. Ci sono motivi di speranza, grazie al vaccino, ma ci sono anche forti ragioni di preoccupazione, per le nuove varianti” del coronavirus Sars-CoV-2. “Dobbiamo quindi rimanere concentrati e determinati: dobbiamo assicurare le consegne dei vaccini da parte delle compagnie e l’uso efficiente e rapido dei vaccini disponibili. Lavoriamo con l’Ema e con le compagnie: siamo determinati ad assicurare più prevedibilità al processo di consegna delle dosi e guardiamo ai nuovi vaccini che arriveranno presto”.

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“Per identificare queste aree ad alto rischio dobbiamo affinare la nostra mappatura, introducendo le zone rosso scuro, in cui il virus è a un livello molto elevato“, ha detto ancora Von der Leyen. “Una persona che proviene da queste zone potrà dover far un test prima della partenza, mettendosi in quarantena dopo l’arrivo. Tutti i viaggi non essenziali dovranno essere fortemente scoraggiati, sia all’interno dei Paesi che attraverso i confini nell’Ue. E’ assolutamente importante che il mercato interno continui a funzionare: i lavoratori essenziali e le merci devono continuare ad attraversare i confini senza ostacoli”, ha affermato ancora.

“La documentazione relativa alla vaccinazione è una necessità medica. C’è uno standard globale per questo: è il certificato giallo di vaccinazione dell’Oms”, sottolinea poi la presidente della Commissione europea. Un’altra questione, aggiunge, “è per cosa si può usare questo certificato. L’uso che può essere fatto di questo documento deve essere valutato molto attentamente. Ci sono alcune variabili ancora non chiare di cui tenere conto, per esempio la questione medica, se il vaccino inibisce la trasmissione del virus da parte della persona vaccinata: su questo non abbiamo risposta ancora (il vaccino inibisce lo sviluppo della malattia, la Covid-19, ma non si sa ancora se impedisca di contrarre il virus Sars-CoV-2 e di trasmetterlo, ndr)”.

“E quanto a lungo – prosegue von der Leyen – è efficace la vaccinazione? Neanche questo sappiamo ancora con certezza. C’è poi la questione politica: come assicurarsi che vengano rispettati i diritti delle persone che non hanno accesso al vaccino e quali alternative si offrono a coloro che hanno legittime ragioni per non vaccinarsi. E anche come proteggiamo i dati personali dei cittadini. Sono questioni aperte. Quindi più avanti, quando sarà il momento, dovremo avere una discussione approfondita tra Stati membri su altri possibili usi del certificato”, conclude.

I leader Ue sono “convinti” che “le frontiere interne ed esterne debbano restare aperte, ma siamo anche convinti che, per quanto riguarda i viaggi non essenziali, delle restrizioni devono poter essere previste”, ha detto dal canto suo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Continueremo a lavorare per il coordinamento tra gli Stati membri su questa materia”, ha aggiunto. L’esistenza della variante britannica e delle altre varianti del coronavirus Sars-CoV-2 determinano una situazione sanitaria “seria” e comportano la necessità che le misure di contenimento siano mantenute, e anche “rafforzate”, ha ribadito. I capi di Stato e di governo dell’Ue “vogliono che le vaccinazioni” contro il Covid-19 “accelerino. E per questo gli impegni sulle consegne presi dalle aziende devono essere rispettati. I vaccini devono essere distribuiti nello stesso momento e distribuiti pro quota, in base alla popolazione”., ha detto ancora MIchel.