Covid, Rasi: “400mila vaccinazioni al giorno o varianti corrono” 

(Adnkronos)

“Arrivare a 350-400mila vaccinazioni al giorno, altrimenti le varianti” di coronavirus Sars-CoV-2 “si diffondono”. Così ad ‘Agorà’ su Rai3 Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema, docente di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata che premette: con la disponibilità dei primi vaccini anti-Covid, “si è detto ‘è arrivata la cavalleria’. Ma attenzione: la battaglia va fatta, non è che finisce quando la cavalleria si presenta. Io credo che ci voglia una grandissima attenzione” in questa campagna di profilassi.

“I numeri” dell’epidemia di Covid-19 in Italia “sono sicuramente impressionanti – rileva l’esperto – perché non sono mai scesi ormai da settimane e non accennano a diminuire. Non so fare una valutazione politica dell’impatto diretto” della crisi di Governo sulle vaccinazioni in corso. “Ma sicuramente, come abbiamo detto tante volte, una campagna vaccinale deve essere in grado di introdurre grandi elementi di flessibilità, di capacità di riprogrammazione affinché la macchina non si inceppi” di fronte ai possibili incidenti di percorso. “Sono decisioni che devono trovare tutti molto attenti”, ammonisce Rasi.

Prima il rallentamento delle consegne del vaccino Pfizer/BioNTech, poi “è andato in fiamme un grande stabilimento di vaccini in India”. Per l’ex numero uno dell’Ema sono solo alcuni dei “tanti incidenti che avremo in questa lunga e difficile battaglia”. Servono attenzione e concentrazione, ribadisce.

Quanto al ritardo nella consegna di vaccini anti-Covid di Pfizer/BioNTech, “penso che l’emergenza” relativa “sia rientrata. Però “Pfizer ha fatto un grosso errore di comunicazione”. L’azienda ha parlato della necessità di potenziare la capacità di produzione, il che “implica una piccola pausa – osserva Rasi – Però bisogna avere rispetto anche della programmazione dei vari Paesi”, e quindi “avvertire prima. Intendiamoci – tiene a precisare l’esperto – Io non lo so quali sono stati i contatti tra Pfizer e la nostra macchina organizzativa”. Ma “indubbiamente quando fai una pausa, anche se è per una causa buona e cioè per aumentare la produzione, devi senz’altro curare molto la comunicazione”.

Sull’opportunità di utilizzare le dosi vaccinali disponibili per i richiami, assicurando dunque la seconda iniezione a chi ha già ricevuto la prima, Rasi concorda “assolutamente. Lo dichiamo da tempo – ribadisce – va completata l’immunizzazione. L’esperienza di Israele ci dice che dopo la prima dose il livello di immunità è estremamente basso. Dobbiamo avere gente immunizzata”, non semplicemente vaccinata. E “l’immunizzazione – avverte l’ex numero uno dell’Ema – si fa con la completezza del processo vaccinale così come è stato documentato dalla sperimentazione. E’ una delle poche certezze, non togliamocela”.

Rasi (ex Ema), ‘con vaccino AstraZeneca aumentare somministrazioni’**

Per Rasi il vaccino anti-Covid di AstraZeneca “sarà uno strumento meno potente” rispetto a quelli già disponibili in Italia, e di questo bisognerà tener conto per ottimizzare al meglio la campagna di profilassi: per fare un esempio, “se vogliamo raggiungere un 80% di immunizzati con il prodotto di AstraZeneca, dobbiamo probabilmente vaccinare il 90%”. L’esperto ha invitato le Istituzioni a mantenere grande attenzione e focalizzazione sulla campagna di vaccinazioni, pur in un quadro politico delicato come quello che stiamo vivendo. “Dobbiamo stare concentrati – esorta Rasi – per capire che abbiamo strumenti variabili, diversi, che presuppongono strategie diverse. Io spero che” tali strategie “siano in atto. Non ho motivo di dubitarne – ha concluso – ma è importante ricordarlo”.