Napoleone: d’Aquino’, ‘vaccinazioni di massa anche per i suoi eserciti’ 

Roma, 23 gen. (Adnkronos)

“Napoleone Bonaparte, capì, in anticipo sui tempi, quanto fosse importante la vaccinazione di massa. Per i suoi sudditi, ma soprattutto per il suo esercito. Nel 1800, quando era primo console, istituzionalizzò il vaccino contro il vaiolo. Nel 1805 lo rese obbligatorio per tutte le popolazioni dove c’era un’amministrazione francese e lo rese obbligatorio anche per tutte le reclute delle sue armate dopo quanto accaduto, nella campagna d’Egitto, durante l’assedio di San Giovanni d’Acri”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos, lo studioso e collezionista napoleonico Renato d’Aquino.

Ed ha ricordato: “la mortalità diminuì, infatti, del 70 per cento. E ancora non era stata vaccinata tutta la popolazione. Ma non tutti erano d’accordo sul vaccino, ne avevano timore, soprattutto le classi più umili, lo consideravano ‘inviato dal Signore’. E Napoleone – ha aggiunto d’Aquino- frutto della Rivoluzione francese atea, chiese aiuto alla chiesa, si rivolse, a parrocchie, sacerdoti, preti. Sarebbero stati loro a convincere la popolazione a vaccinarsi. E così fu”.

“Napoleone voleva popoli sani – prosegue lo studioso e collezionista – perchè per uno Stato, per un Regno, per un Impero erano una ricchezza. E poi c’era bisogno di uomini che godessero di ottima salute per poter imbracciare le armi e combattere, per difendere la propria nazione o attaccare altri Stati”.

La vaccinazione di massa venne poi ‘ripresa’ dal Regno di Napoli, in quegli anni sotto il dominio dei Borboni. “Un regno avanzatissimo da questo punto di vista – ha proseguito lo studioso e collezionista- Quando ritornarono i francesi dopo Giuseppe Bonaparte e successivamente con Gioacchino Murat, marito della sorella di Napoleone Carolina, le vaccinazioni non si interruppero”.