Coronavirus: costituzionalista, ‘patentino? Solo con obbligo vaccino o è discriminatorio’ 

Roma, 26 gen. (Adnkronos)

Sì a certificati vaccinali e patentini d’immunità ma solo se il vaccino contro il Sars-Cov-2 sarà reso obbligatorio da una legge per tutti, dunque quando ci saranno dosi vaccinali sufficienti per l’intera popolazione. “Ed adesso parlarne è inutile perché non si può rendere obbligatorio per legge un vaccino che non c’è, cioè che non è garantito a tutti”, commenta all’Adnkronosil costituzionalista Alfonso Celotto, ordinario all’Università Roma 3.

Secondo Celotto, il dibattito attuale sui certificati di avvenuta vaccinazione è dunque fine a se stesso: i certificati non possono concedere deroghe alle regole in vigore in questo momento e non possono essere utilizzati come lascia passare, agevolando ad esempio gli immunizzati negli spostamenti e nel tempo libero perché “creerebbero discriminazioni. Potranno fungere da lasciapassare quando e se il vaccino ci sarà per tutti e sarà reso obbligatorio per legge”, come disposto dall’articolo 32 della Costituzione che stabilisce che una legge può obbligare a trattamenti sanitari e quindi anche a vaccinazioni di massa nel rispetto della persona umana.

Bocciati gli spazi di compatibilità con la Costituzione per la patente di immunità, che creerebbe cittadini di serie A e B in base alla libera scelta individuale: “Secondo l’articolo 3 tutti i cittadini ‘sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. Senza una legge che renda obbligatorio il vaccino – rimarca il costituzionalista – avremmo un documento, forse anche un’app, che discriminerebbe i cittadini in base a una scelta libera (vaccinarsi o meno) o addirittura rispetto al caso fortuito di avere o meno contratto la malattia (in fondo i guariti sarebbero da equiparare ai vaccinati)”.

Infine c’è un’altra questione sul tavolo: per imporre l’obbligatorietà è necessario il riconoscimento ufficiale della efficacia e validità del vaccino, e vanno contemplati contemperamenti dello Stato in previsione dei margini di rischio. Insomma, conclude Celotto, “ora, rispetto al Covid può sicuramente essere plausibile una campagna di vaccinazione obbligatoria, ma nel rispetto delle garanzie costituzionali: previsione con legge, in maniera da coinvolgere il Parlamento in una scelta così importante, e rispetto della persona umana, per bilanciare correttamente tutti i valori in campo”.