Shoah, il ricordo di Michelangelo Onigi: sopravvissuto a Buchenwald  

”Sono stato portato via dai tedeschi, sono stato fatto prigioniero, portato in aereo a Pireo e poi in Germania a Buchenwald, ci portarono a lavorare in campagna a fare i fossi anti carro per rallentare la corsa dei carroarmati russi che intanto avanzavano. Da lì ai confini con la Polonia e su un carro c’era un bambino che piangeva, i genitori erano morti, lo presi in braccio e lui smise di piangere. Non lo dimenticherò mai. Ricordo che le Ss impiccarono tre ragazzi di 14 anni che si erano rifiutati di andare in guerra. Anche questo non riuscirò mai a dimenticarlo”. Sono alcuni dei tanti tragici ricordi di Michelangelo Onigi, nato il 16 gennaio 1921 e partito all’età di 19 anni per il fronte greco in fanteria come soldato semplice.

Durante la guerra è stato fatto prigioniero ed è stato deportato in Germania nei campi di lavoro e addirittura nel campo di concentramento di Buchenwald. Terminata la guerra è rientrato in Italia e nel 1946 si è arruolato nel corpo delle guardie di pubblica sicurezza. Come prima sede è stato inviato al confine con l’Austria e poi è stato trasferito in altri comandi finché non è arrivato ad Orvieto dove si è stabilito definitivamente con la propria famiglia.

Qui ha prestato servizio al Commissariato di Pubblica Sicurezza, dove è rimasto fino al 1979, anno in cui è andato in pensione. Purtroppo tutti i colleghi che lavoravano in Commissariato con lui sono morti, quindi è l’unico superstite di quel periodo. Nel 2014, in occasione della festa della Repubblica, presso la prefettura di Terni ha ricevuto il riconoscimento della medaglia d’onore conferita ad alcuni ex deportati nei campi nazisti. Oggi vive ad Orvieto.