Vaccino covid, a Italia 101 milioni di dosi entro fine 2021 

(Adnkronos)

Saranno poco più di 101 milioni le dosi di vaccino anti-Covid di cui l’Italia dovrebbe disporre entro il quarto trimestre del 2021, sul totale di 226,1 milioni opzionate per il nostro Paese, in base agli accordi preliminari di acquisto sottoscritti dalla Commissione europea. Le cifre sono contenute nel decreto del ministro della Salute Roberto Speranza, datato 2 gennaio, e pubblicato oggi dal ministero, in cui si adotta il Piano nazionale vaccini aggiornando le quantità e i tempi di consegna delle dosi. Nel dettaglio: dalle tabelle risulta che entro fine anno saranno disponibili 40,1 milioni di dosi AstraZeneca – al netto dei ritardi nelle consegne – 40,5 milioni di Pfizer/BioNtech e 21,2 milioni di Moderna.

Nel decreto si rivedono quindi le iniziali previsioni delle forniture – a fronte dell’aumento dei contratti siglati dalla Ue – di vaccini Pfizer (13,28 milioni di dosi in più ‘spalmate’ nei quattro trimestri del 2021) e Moderna (altri 10,62 milioni). “Le tempistiche e le cifre” che per l’Italia sono “pari al 13,46% delle dosi acquisite a livello europeo – si legge nel decreto – potranno essere soggette a variazioni in funzione dei processi di autorizzazione e assegnazione delle dosi”.

Il provvedimento definisce poi i singoli aspetti della campagna vaccinale: dall’ordine di priorità nella vaccinazione delle diverse categorie di popolazione alla logistica, l’approvvigionamento lo stoccaggio e il trasporto dei vaccini, fino all’organizzazione dei punti vaccinali, delle sedute e degli operatori sanitari chiamati a vaccinare. E ricorda che “per la realizzazione delle attività del piano si sta predisponendo un sistema informativo efficiente ed interfacciabile con i diversi sistemi regionali e nazionali”.

Infine il capitolo alla vaccinovigilanza e sorveglianza immunologica, oltre all’aspetto della comunicazione che in una prima fase riguarderà gli operatori sanitari “in quanto primi beneficiari del vaccino e a loro volta esecutori materiali della vaccinazione”, successivamente la popolazione e le diverse categorie da vaccinare. L’ultima parte è dedicata alla “valutazione dell’impatto epidemiologico” e ai “modelli di valutazione economica” che – secondo il decreto – devono essere improntati ai due criteri base dettati dall’Organizzazione mondiale della Sanità ovvero: l’utilizzo razionale delle risorse e l’equità.