Crisi governo, non c’è accordo su giustizia 

Ore cruciali per la crisi di governo. E’ iniziata a Montecitorio la seconda giornata dei lavori del tavolo programmatico con i gruppi della maggioranza, convocato dal presidente della Camera Roberto Fico sulla base del mandato esplorativo affidatogli dal capo dello Stato Sergio Mattarella.

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La deadline per chiudere è fissata alle 13. Il presidente della Repubblica ha dato tempo a Fico fino a oggi per completare il suo tentativo e riferirne gli esiti e al Quirinale tutto è pronto per ascoltare quello che avrà da dire il numero uno di Montecitorio.

Il confronto dunque va avanti, nonostante ci sia incertezza persino sulla stesura di un documento finale, al momento non così scontato. Lo vorrebbe nero su bianco Italia Viva, per gli altri alleati di governo la questione non sembra determinante. Continua poi a dividere soprattutto il Mes, riportato sul tavolo dai renziani, che hanno chiesto almeno un ricorso parziale al fondo Salva Stati.

“Stiamo facendo quello che dovevamo fare da novembre, il governo è caduto perché l’azione era mediocre, i nodi stanno venendo al pettine, vediamo se riusciamo ad avere un governo all’altezza dei temi strutturali” ha detto Ivan Scalfarotto, ex sottosegretario di Italia Viva, ospite di Agorà, su Rai 3. Quanto ai nomi, “potranno arrivare quando avremo chiari i temi e il perimetro della maggioranza” ha risposto Scalfarotto a una domanda sulla possibilità di indicare il nome di Conte o di un altro premier.

“Conte punto di partenza e arrivo per il Pd? Beati loro che hanno solo questo problema. Per noi il problema, ad esempio, è la giustizia” ha sottolineato Teresa Bellanova, ex ministra di Italia Viva, ai microfoni di Omnibus su La7.