Salvini guarda al centro per ‘componente moderata’ con ex M5S  

(Adnkronos)

Tanti segnali, qualche indizio. Tutti nella stessa direzione, la Lega. Da giorni si rincorrono voci sulla possibile nascita di una componente politica moderata, ispirata da Matteo Salvini. Un nuovo ‘contenitore’ per tutti coloro che non si trovano più a loro agio nel Movimento Cinque Stelle (ma anche nel centrosinistra e persino dentro Forza Italia) e sono pronti ad approdare nel centrodestra senza però abbracciare il ‘credo sovranista’.

Oggi, si è tornato a parlare con forza di questa ipotesi quando un ex pentastellato, il deputato Massimiliano De Toma, è uscito allo scoperto, confidando all’Adnkronos che alla Camera è in corso un lavorio sottotraccia attorno al gruppo Misto per ”costituire una componente di area moderata, di centrodestra: in queste ore si prova a costruire un percorso, le interlocuzioni vanno avanti da qualche giorno e potrebbero concludersi a breve”. Guarda caso, sempre in giornata, si registra una defezione di peso tra i grillini, quella di Emilio Carelli, che accusa il ”Movimento di aver perso la sua anima” e si presenta come ”l’aggregatore di un nuovo soggetto, ‘Centro-Popolari Italiani’, che potrebbe diventare una casa accogliente per tutti i colleghi che intendono lasciare M5S ma temono di restare isolati”.

Colpisce la tempistica dell’annuncio, nel bel mezzo di una complicatissima trattativa sul Conte ter con dentro Iv, che non chiarisce se si tratta di una sorta di risposta all’operazione ‘responsabili’ condotta da Bruno Tabacci a Montecitorio, rimasta per ora congelata, sembra anche per frizioni con Renata Polverini. De Toma nega che ci sia lo zampino di Salvini (”la nostra iniziativa non è ispirata da nessuno”) assicurando che l’obiettivo è raccogliere le adesioni di quei parlamentari che non hanno votato la fiducia al governo Conte e di chi non è iscritto ad alcuna componente, ma la sua precisazione non convince del tutto, perché da tempo Salvini ha messo gli occhi sulle divisioni dei 5 stelle per portare dalla sua parte i più insofferenti verso la linea ondivaga di Crimi-Di Maio.

Giusto una settimana fa, il numero uno di via Bellerio aveva lasciato intendere che molti grillini si erano fatti sentire: ”Devo dire che nelle ultime ore qualche parlamentare cinque stelle, che rimane fedele alla trasparenza originaria ed è imbarazzato da queste trattative con Tabacci e Mastella, sta bussando alle porte della Lega”. Ebbene, raccontano, lo scouting leghista tra i pentastellati malpancisti non si sarebbe fermato.

Rientra in una strategia precisa, quella ‘svolta moderata’ avviata da Salvini dopo aver archiviato la stagione del Papeete e suggerita da Giancarlo Giorgetti, per rafforzare la sua considerazione internazionale, soprattutto in Europa, e per consolidare la sua leadership nel centrodestra, allargandone i confini. Da qui la scelta di ‘sdoganare’ agli ultimi vertici di coalizione i moderati dell’Udc, i centristi ex alfaniani di ‘Noi per l’Italia’ di Maurizio Lupi e Giovanni Toti di ‘Cambiamo’. E l’input ai suoi di puntare su candidati ‘civici’ e non politici per le prossime comunali, come Paolo Damilano a Torino. Tanti segnali di una tattica precisa, compresa quella di lanciare una controffensiva per conquistare consensi nell’altra metà campo, lanciando una vera e propria Opa sugli ex Cinque stelle.

Così, raccontano, Salvini offrirebbe uno spazio politico al centro e una potenziale candidatura a chi sceglie di approdare nel centrodestra ma non si riconosce nel fronte sovranista. Nello stesso tempo, fanno notare, la mossa di Salvini potrebbe insidiare l’alleato Silvio Berlusconi. Tra gli azzurri, infatti, c’è il forte timore che ”Matteo punti sotto sotto anche a ‘svuotare’ e depotenziare Forza Italia, proprio di quell’area moderata che fino ad ora si è opposta all’idea di una coalizione a trazione sovranista”.

”Salvini -fa notare un parlamentare forzista di lungo corso- sta facendo un’operazione simile alla cosiddetta ‘operazione scoiattolo’ che per primo Berlusconi aveva lanciato ai tempi del Conte uno”, convinto che, in caso di crisi del governo gialloverde, una nuova maggioranza di centrodestra sarebbe stata possibile proprio con il contributo determinante dei pentastellati insofferenti. Oggi, dunque, ci riprova Salvini. Rispetto al Senato, dove il tentativo di creare una ‘componente’ nel Misto stenta a decollare visto i ‘numeri’ molto risicati, la partita sembra più facile alla Camera. Ma tutto è in divenire.